Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
A Noale molti giovanissimi fanno gruppo in oratorio
I "gruppi del giovedì" dell'Azione cattolica, per i ragazzi dalla prima alla terza superiore, sono nati tre anni fa. L'intervista al referente
Ormai da tre anni, in parrocchia a Noale, ci sono quelli che vengono chiamati “Gruppi delle superiori” o “Gruppi del giovedì”. Il giovedì sera, infatti, in oratorio, si ritrovano circa cinquanta ragazzi e ragazze che frequentano dalla prima alla terza superiore e che hanno accettato l’invito a continuare a coltivare l’amicizia con Gesù tra le mura della parrocchia. Abbiamo intervistato Marco Canil, responsabile del settore Giovani di Azione cattolica della parrocchia di Noale ed educatore del gruppo, che ci ha raccontato di questa bella esperienza.
Perché sono nati questi gruppi?
I gruppi delle superiori prendono vita da uno sforzo congiunto dei gruppi Giovani di Ac di Noale e del catechismo delle superiori e a partire da alcune osservazioni. La prima, che l’offerta formativa dei due gruppi, seppur con alcune differenze, era abbastanza simile, e che unire i ragazzi delle corrispondenti fasce d’età avrebbe potuto dar vita a un più ampio e ricco gruppo unificato. La seconda, che, nonostante nella nostra parrocchia ci siano molte proposte associative per i giovani delle superiori (lo Scoutismo, l’Azione cattolica, il Gruppo missionario...), rimaneva comunque una parte numerosa di ragazzi che non sceglieva nessuna di queste. La terza, che l’identificare i due gruppi come “catechismo” e “Azione cattolica” creava l’impressione che questi fossero solo per coloro che sono già inseriti nei due percorsi, scoraggiando quindi i nuovi. Dopo una fase di valutazione e dialogo, si è quindi deciso di fondere le due realtà e formarne una unica, formalmente indipendente.
Come sono strutturate le serate?
I Gruppi, ora fermi per la pausa estiva, ma ai quali sono stati proposti i campiscuola vicariali di Ac, si incontrano il giovedì sera alle 20 al bar dell’oratorio. Quando si arriva c’è “tempo libero” fino alle 20.30 - 20.45, con il bar aperto e i giochi - ping pong, calcetto, biliardo, palloni - disponibili gratuitamente. Dopo si procede con l’attività programmata per fasce d’età divise o unite a seconda dei casi. Il momento iniziale non strutturato vuole essere un tempo di gratuità per permettere l’amicizia e il gioco tra i ragazzi.
Quali obiettivi avete?
Per quanto riguarda temi e proposte, abbiamo scelto di utilizzare le guide nazionali di Ac. Quest’anno abbiamo parlato di: radici (relazionali, locali, storiche), riconoscendo la bellezza del sentirsi radicati ognuno nella propria storia e quanto, come le radici di un albero, queste siano importanti per costruire il proprio futuro; compagnia (ossia partecipi dello stesso pane, dal latino cum panis), esplorando quale significato attribuiscano i giovani a questa parola, ritrovandosi alternativamente accompagnati e accompagnatori gli uni degli altri e imparando che il primo compagno con cui ognuno di noi deve imparare a stare è proprio se stesso; creatività, quale elemento che permette di far diventare straordinario l’ordinario, sperimentando come sia sempre possibile ri-generare il proprio tempo, prezioso e potenzialmente fecondo di creatività e libertà, e riscoprendo che si può ancora, da “grandi”, divertirsi con ciò che divertiva da bambini.
Qual è il tuo personale bilancio di questa esperienza?
Guardando indietro, vedo una grande e rapida crescita nella quale si conta anche un buon numero di ragazzi che non frequenta altre associazioni: un indicatore positivo dell’accoglienza da parte dei ragazzi di questa nuova proposta. D’altra parte questo chiede di essere in grado di gestire la crescita con un numero adeguato di educatori, a cui si associa la necessità di una continua formazione. Il gruppo che ci è affidato conta, dalla prima alla terza superiore, circa 50 ragazzi e ragazze della nostra comunità. Non mi trovo d’accordo con chi giudica negativamente le nuove generazioni, reputandole svogliate e superficiali. La rivoluzione digitale e il nuovo mondo “sempre connesso” pongono nuove sfide educative, ma i nostri ragazzi sono ricchi di passioni e potenzialità: c’è chi suona, chi fa sport, chi disegna e chi cucina, c’è chi è sensibile, chi estroverso e chi nasconde le sue abilità finché qualcuno non va a scovarle. Ognuno, sotto sotto, freme nell’attesa di poter fiorire.