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"Una casa per tutti", inaugurato Oikos, l'oratorio per il centro storico

Inaugurato il rinnovato spazio nelle canoniche della Cattedrale. la struttura si rivolge soprattutto ai giovani ed è stata voluta dalla Pastorale giovanile, come spiega don Alberto Zanetti, il coordinatore del progetto.

Fasci di luce intensa che escono dalle alte finestre dello spazio dietro al Duomo di Treviso, in via Canoniche; un brusio di voci che si mescolano, palloncini colorati fermi sotto i soffitti rinnovati e un nastro rosso in attesa di essere tagliato. Questa la scena che si presentava alle 17 di domenica 28 ottobre a chi frettolosamente entrava nel rinnovato oratorio della cattedrale di Treviso.
Dopo quattro mesi di lavori intensi, di trasformazione di spazi antichi in stanze sobrie, flessibili, aperte al centro della città e costruite, come ha sottolineato il giovane architetto che ha seguito i lavori, in un dialogo continuo con i fruitori principali, i giovani, il progetto “Oikos” è divenuto realtà. La parola “Oikos” significa “Casa” (nel Vangelo di Marco appare per 23 volte) e l’oratorio del centro storico vuole essere una “casa per tutti”, per bambini e ragazzi della catechesi, giovanissimi e giovani della pastorale giovanile e del gruppo “#31centro”, per le coppie di giovani in formazione al matrimonio cristiano, per i genitori e famiglie, per la formazione degli adulti, per conferenze legate al Museo diocesano.
Ma la struttura si rivolge soprattutto ai giovani ed è stata voluta dalla Pastorale giovanile di sei parrocchie del centro, perché “abitare” è continuare ad avere qualcosa che rimane, anche quando tutto attorno si muove e si perde e tutto sembra precario. Don Alberto Zanetti, coordinatore del progetto, spiega: “Partiamo,spiega entusiasta, dal progetto giovanile che già esiste e che da quattro anni ha preso forma come «#31centro laboratorio» e «Piazza D’Uomo». Si è trattato non di creare un centro giovanile, ma di dare casa a giovani che già c’erano e soprattutto di ascoltarli, riconoscerli e, accompagnandoli, farli diventare partecipi attivi .Mi ha colpito la felice coincidenza che stiamo inaugurando il più grande spazio giovani nel cuore della città di Treviso, proprio quando è stato reso noto il documento conclusivo del Sinodo dei giovani. Qui con i giovani si è condivisa un’idea e si è ripreso ciò che nel documento papale si sottolinea, e cioè che i centri giovanili manifestano la passione educativa della Chiesa. Qui la Chiesa si fa casa, casa accogliente per adolescenti e giovani che possono scoprire i loro talenti e metterli al servizio. Questo luogo deve diventare non una fortezza, ma una casa trasparente che possa comunicare con la piazza, perché rimane per noi un obbligo allargare sinergie sempre più grandi con famiglia e società civile”. E già il programma di rete verso la società civile è intenso, ha date precise da ottobre ad aprile, e contenitori significativi.Tutto è rintracciabile nel sito www.#31centro.it.
Ma ha ancora senso un “oratorio”seppur “modernizzato” oggi per i giovani del 2018? In un video di presentazione sono le loro voci che lo definiscono: “per me è uno spazio che ci permette di aprire gli occhi sulle realtà che ci circonda”, “per me è un gruppo di amici con cui ci si permette di riflettere positivamente un po’ su tutto e staccare dalla realtà scolastica”, “per me è uno spazio un cui stare insieme agli altri ed ascoltarci a vicenda”, “per me è un centro che mi permette di riflettere sulla vita”, “per me è aiutare il prossimo,ascolto, confronto, crescita”. Giovani inaspettati che possono ancora meravigliare! E ben lo sottolinea il vescovo, mons. Agostino Gardin, durante la benedizione: “Questo è un bel progetto, perché è stato pensato in partecipazione con i giovani e questo è bello, perché li invita ad un senso di responsabilità. Ed è bello anche il nome Oikos, che indica un luogo abitato e noi abbiamo bisogno di un luogo al quale si attinge, in cui si ritorna, da cui si parte”.
Ma c’è anche, nel progetto Oikos un “di più” dato dal fatto che esso sorge in un complesso più ampio che comprende, subito accanto, il Museo diocesano. Due “vicini di casa che si sentono accomunati dalla “bellezza”. Si è infatti cercato di offrire ai giovani dei luoghi belli, perché la bellezza evangelizza; e si sono cercate delle sinergie per vivere in un rapporto di buon vicinato e offrire il meglio ai giovani e alla città di Treviso. Nel cuore di Treviso è partito, dunque, non solo un progetto pensato,una casa comune, ma anche un cantiere di opere e di idee.

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