Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
In mostra a Treviso i manifesti per il cinema di Casaro
Tre le sedi espositive per oltre 300 opere. Tra queste l’ex chiesa di Santa Margherita completamente restaurata. Farà da “casa” ai manifesti della Collezione Salce e accoglierà i visitatori in un ambiente tecnologico fatto di schermi interattivi e proiezioni immersive
“I magnifici sette”, “Per un pugno di dollari”, “Lo chiamavano Trinità”, “Un borghese piccolo piccolo”, “C’era una volta in America”, “Non ci resta che piangere”, “Amadeus”, “L’ultimo imperatore”, “Balla coi lupi”… Sono solo alcuni dei migliaia di film le cui locandine sono state realizzate dal maestro trevigiano Renato Casaro, “ultimo cartellonista del cinema”.
170 delle sue opere, assieme a bozzetti e disegni preparatori, sono esposti in mostra a Treviso dal 13 di giugno, in tre sedi museali: al museo civico di Santa Caterina, fino al 9 gennaio 2022 e al museo nazionale Collezione Salce, a San Gaetano, in via Carlo Alberto e a Santa Margherita del complesso duecentesco appena ristrutturato in via Reggimento Italia Libera, fino al primo maggio 2022.
La mostra. L’esposizione, curata da Roberto Festi, Eugenio Manzato e Maurizio Baroni, è stata inaugurata, alla presenza dello stesso autore, delle autorità locali e nazionali e degli attori economici cittadini, lo scorso 12 giugno. Documenta, nelle tre sedi espositive, un percorso artistico durato cinquant’anni, che si lega a filo doppio con la storia del cinema. Strutturata con una progressione cronologica, ma con una scansione anche tematica che segnala i generi più “frequenti” di Casaro, la mostra accosta ai grandi poster bozzetti di studio ad acquerello e “originali”, provenienti dall’archivio di Casaro e da collezioni pubbliche e private. In totale si tratta di oltre 300 opere esposte.
In Santa Caterina si sviluppa la sezione “Treviso, Roma, Hollywood”, una carrellata di opere che si abbinano con quelle presentate, con il titolo “L’ultimo cartellonista”, nella innovativa sede di Santa Margherita nella quale l’esposizione classica si unisce a un’esperienza immersiva data dalla proiezione dei manifesti sulle pareti dell’edificio. Qui si trova anche la sezione didattica dove i più piccoli potranno divertirsi a creare un loro manifesto. In mostra anche la riproduzione tridimensionale del cartellone del film “Il tè nel deserto”, dedicata alle persone ipovedenti. Una terza sezione, dal titolo “Dall’idea al manifesto”, è allestita negli spazi del complesso di San Gaetano. Qui il pubblico può scoprire l’intera filiera per la creazione di un manifesto.
Le tre sedi sono visitabili con un unico biglietto del costo di 15 euro e valido un mese dall’emissione. Prenotazioni e prevendite su www.vivaticket.com. Orari: museo di Santa Caterina, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18; Due sedi museo nazionale Collezione Salce, dal venerdì alla domenica, dalle 10 alle 18.
L’autore. “E’ un’emozione enorme vedere raccolti tanti dei miei lavori proprio nella città in cui ho iniziato, realizzando le sagome per il cinema Garibaldi e l’Esperia, con il solo scopo di poter entrare gratis alle proiezioni con gli amici” ha raccontato Renato Casaro, trevigiano, classe 1935. Di lì l’artista ne ha fatta di strada, passando da Roma a Hollywood e lavorando per i più grandi registi di sempre. Con la sua arte ha saputo trasporre, disegnandola, l’anima di un film in un manifesto, il tutto mentre questo era ancora in lavorazione, potendo contare spesso solo su qualche foto di scena e su un formidabile intuito comunicativo.
Santa Margherita. Il recupero di San Gaetano e Santa Margherita, edifici del demanio, è durato 7 anni e ha avuto un costo di quasi 7 milioni di euro, 1,5 dei quali stanziati dalla Regione Veneto grazie a fondi Ue. A Santa Margherita trovano oggi spazio i quasi 50 mila pezzi della Collezione Salce, in un parallelepipedo di cemento armato posto al centro della ex chiesa, che li protegge e dove sono archiviati con nuovi sistemi tecnologici per renderli facilmente reperibili. Inoltre al secondo piano dell’edificio è situato il laboratorio di restauro. Sopra e tutt’attorno gli spazi espositivi dove si utilizzano in modo ampio le nuove tecnologie con schermi interattivi e proiezioni. Nella nicchia dove risiedevano gli affreschi delle Storie di Sant’Orsola di Tommaso da Modena, oggi al sicuro a Santa Caterina, vengono proiettate le immagini dell’opera d’arte, mentre il chiostro, completamente ricostruito dopo i bombardamenti del ‘44, servirà anche per il cinema all’aperto.