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Castelfranco: si realizza il sogno dell’associazione Farcela, in una casa i ragazzi autistici vivranno in autonomia

“Lo abbiamo desiderato, sognato, pianificato a lungo... un posto dove i nostri figli con disabilità potessero vivere la loro vita adulta in autonomia. E oggi quel sogno sta diventando realtà proprio in centro a Castelfranco Veneto”. E’ con queste parole che Maurizio Alberton, presidente dell’associazione Farcela, ha raccontato nelle scorse settimane, tramite i social, la gioia per essere riusciti ad acquistare una casa dove sviluppare progetti per persone con autismo, “un luogo dove guardare con più fiducia al «dopo di noi»”

“Lo abbiamo desiderato, sognato, pianificato a lungo... un posto dove i nostri figli con disabilità potessero vivere la loro vita adulta in autonomia. E oggi quel sogno sta diventando realtà proprio in centro a Castelfranco Veneto”. E’ con queste parole che Maurizio Alberton, presidente dell’associazione Farcela, ha raccontato nelle scorse settimane, tramite i social, la gioia per essere riusciti ad acquistare una casa dove sviluppare progetti per persone con autismo, “un luogo dove guardare con più fiducia al «dopo di noi»”. Ironia della sorte, anche questa esperienza si radicherà nel quartiere Risorgimento, a poca distanza dal centro Due mulini, che da anni ormai si caratterizza per tante e diverse esperienze di inclusione e accoglienza. Qui è realizzato il parco giochi accessibile anche a bambini con disabilità, qui è stato realizzato il progetto di autonomia abitativa “Buoni amici social street” del centro Atlantis di Castelfranco. “Grazie al sostegno dell’associazione «I bambini delle fate» abbiamo potuto disporre di un importante contributo, che ha permesso questo acquisto - racconta Monica Mocellin, che fin dall’inizio segue le tante e diversificate iniziative di Farcela -. Sarà uno spazio ristrutturato, con 4 camere da letto, bagni autonomi, zona living e cucina, per permettere proprio esperienze di vita adulta per le persone seguite dalla nostra organizzazione. Confidiamo nella conclusione dei lavori entro la fine dell’anno, così da poterla inaugurare e partire attivamente con il 2024”.

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Tanta strada è stata percorsa in più di vent’anni da questa realtà castellana, nata nel 2001 tra i corridoi della neuropsichiatria infantile di Castelfranco. Lì, incrociavano gli sguardi e qualche parola i genitori di bambini autistici che, all’inizio un po’ disorientati, cercavano di capire cosa significasse questa diagnosi e cosa, soprattutto, sarebbe stato necessario fare. “Non c’erano gruppi sul territorio, quindi per sostenersi a vicenda e provare ad aiutarsi concretamente con alcune iniziative, hanno fondato l’associazione - racconta Monica -. Nel tempo si sono strutturati con tanti percorsi differenti: la musicoterapia, l’arteterapia, l’ippoterapia. Ma, da sempre, il tema della vita autonoma è stato tra i più sfidanti”.

L’incontro con «I bambini delle fate», che promuovono in sostanza modalità di sponsorizzazioni tra aziende e realtà sociali per progetti di inclusione e sviluppo, ha senza dubbio permesso di realizzare numerose iniziative.

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“L’associazione si è impegnata nella raccolta fondi, nell’intercettazione di bandi, nella promozione e nella sensibilizzazione. Oggi conta 75 famiglie iscritte e una rete piuttosto ampia di collaborazioni”. A Salvatronda si tiene il laboratorio di teatro, a Vedelago la scuola di basket, ad Albaredo il progetto di inserimento lavorativo, ora a Castelfranco l’esperienza dell’abitare autonomo. “Per tutte queste attività le famiglie lavorano con un’équipe di professionisti - spiega ancora Mocellin -. La necessità di un «braccio operativo» ha portato alla costituzione di una cooperativa sociale, «Fare futuro»”. Educatori e psicologi soprattutto operano per offrire delle “palestre” di esperienze di vita a bambini, ragazzi e giovani con spettro autistico, attraverso progetti individualizzati e attenti alle possibilità che le comunità e i territori offrono. “Grazie alla sensibilità di alcune aziende, abbiamo cominciato un percorso di potenziamento di abilità, in vista di probabili inserimenti lavorativi. Con questa casa vogliamo offrire un luogo «protetto», dove sperimentare una vita adulta autonoma, dalla spesa alla cucina, dalla relazione con amici e conoscenti alla gestione del proprio tempo libero”. In rete con l’Ulss, Farcela fa anche parte del gruppo di realtà che sta lavorando con i fondi Pnrr proprio sul tema dell’abitare.

Francesca Gagno

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