Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Camposampiero, nell'ora del saluto 165 volte grazie alle suore
Nel prossimo mese di agosto, dopo ben 165 anni, avrà termine il servizio delle suore Dorotee alla parrocchia dei santi Pietro e Paolo a Camposampiero. Il forte rammarico per la fine di questa lunghissima collaborazione è, in parte, attenuato dal fatto che un ristretto presidio di suore continuerà a operare nella locale casa di riposo.
Nel prossimo mese di agosto, dopo ben 165 anni, avrà termine il servizio delle suore Dorotee alla parrocchia dei santi Pietro e Paolo a Camposampiero. Il forte rammarico per la fine di questa lunghissima collaborazione è, in parte, attenuato dal fatto che un ristretto presidio di suore continuerà a operare nella locale casa di riposo.
Dal 1855 fino a oggi, la comunità cittadina di Camposampiero ha convissuto con centinaia di suore Dorotee di Vicenza; in certi anni la loro presenza raggiunse anche una quarantina di unità distribuite nei vari servizi parrocchiali e negli Enti cittadini. Una presenza che è stata così estesa e incisiva da avere segnato profondamente la formazione dei bambini, l’educazione e l’avviamento al lavoro delle ragazze, le esperienze di sofferenza dei malati nell’ospedale e degli ospiti nella casa di riposo.
In prima linea nell’educazione
Dalla seconda metà dell’Ottocento la storia di Camposampiero registra, prima che in altri Comuni, alcuni segnali forti e incisivi di intervento per l’educazione, la formazione, l’assistenza delle persone, ruoli che lo Stato allora non riteneva propri. Si è dimostrata quanto mai indovinata, saggia e lungimirante la scelta dei fondatori degli Enti, dei parroci e dei sindaci dell’epoca, di affidare alle suore un ruolo fondamentale nella conduzione di tali istituzioni, ruolo che esse hanno assolto in modo generoso, continuativo, efficace. Proprio a Camposampiero il fondatore delle Dorotee (mons. Giovanni Antonio Farina) istituì la terza sua comunità di suore.
Vari sono stati gli ambiti nei quali hanno operato le suore nei 165 anni di servizio alla parrocchia di Camposampiero, e che, in occasione del loro ritiro, meritano di essere ricordati. Su richiesta del parroco di San Pietro e del sindaco, le prime suore giunsero a Camposampiero, nel 1855 come maestre nelle scuole elementari femminili, e svolsero tale ruolo fino al 1949 quando l’ultima insegnante andò in pensione e non fu più sostituita.
Le suore maestre vissero l’insegnamento come apostolato dall’impegno totalizzante. Molte di esse rimasero nel ricordo delle nostre nonne in maniera indelebile per l’insegnamento ricevuto, oltre che per la formazione spirituale e umana da loro appresa.
Nel 1858 Pietro Cosma, per aprire l’ospedale, chiese a mons. Farina di avere come aiutanti le suore Dorotee. Il parroco e la municipalità appoggiarono fortemente la richiesta, e così arrivarono le suore infermiere nell’ospedale. Il regolamento dell’inizio del secolo scorso stabiliva la centralità delle suore infermiere; la superiora era collocata ai vertici della scala gerarchica, alle dirette dipendenze del presidente.
Successivamente, con l’ampliamento dei servizi, i medici e l’amministrazione cominciarono a richiedere loro una maggiore professionalità. Molte suore diplomate funsero da caposala e negli anni ‘70 alcune di loro furono anche direttrici apprezzate della scuola per infermieri.
Nel 1887 due suore iniziarono l’attività di assistenti agli anziani nella casa di ricovero, fondata da Annamaria Moretti Bonora. Nel tempo poi la loro presenza aumentò fino ad arrivare a 6 unità negli anni ‘60. Il loro servizio prosegue anche nei nostri giorni grazie alle 4 suore attuali, e la loro funzione, seppure ristretta all’ambito religioso e di sostegno morale agli ospiti, si conferma di forte valore, con la loro disponibilità 24 ore su 24.
Nel 1904 si concretizzò la proposta del patronato scolastico e del parroco di dar vita a un asilo infantile, per “raccogliere i bambini di ambo i sessi e, mediante procedimenti didattici della moderna pedagogia, di rinvigorirne le membra, di svilupparne le menti e di ingentilirne il cuore”. La direzione venne affidata alle suore che già avevano dato sperimentata prova di dedizione nella scuola elementare, nell’ospedale e nella casa di ricovero.
Si costituì allora un nuovo nucleo di suore maestre nell’asilo infantile la cui attività si protrasse fino al 2000. Le “suore dell’asilo”, come comunemente venivano chiamate, svolsero anche altri sevizi per la parrocchia: catechiste, animatrici di ragazzi e ragazze, varie attività pastorali parrocchiali e per le famiglie.
Nel 1919 l’allora parroco mons. Rostirola pensò a un’iniziativa che fornisse lavoro e guadagno nella cittadina alla gioventù femminile, per limitare anche l’emigrazione temporanea sempre feconda di danni spirituali e morali. Grazie alla collaborazione di una ditta privata, si diede così vita al laboratorio Merletti, per provvedere al bene materiale e spirituale delle ragazze. Alle suore Dorotee furono affidate la direzione e la sorveglianza durante il lavoro. All’inizio il laboratorio era frequentato da 170 ragazze provenienti anche dai comuni limitrofi; in breve tempo il loro numero aumentò fino a 250.
Ideate molte attività
Negli anni ’60, per le mutate condizioni socio economiche, il lavoro diminuì molto e il laboratorio si trasformò in “Scuola di lavoro Sant’Antonio di Padova”, con l’apprendimento, oltre che del ricamo, di lavori domestici (cucito, taglio, rammendature). Le ragazze frequentanti si mantennero sempre sopra il centinaio fino alla chiusura, nel 1968.
Molte altre attività sono state promosse nel corso del tempo dalle suore, tra queste merita ricordare il ricreatorio festivo femminile, inaugurato agli inizi del 1900, “per togliere le ragazze, almeno dopo le Sacre Funzioni del pomeriggio domenicale, dalle strade, dai luoghi pericolosi, dal ballo”. Aveva uno scopo ricreativo e festoso, frequentato da un numero di bambine e ragazze che andava dalle 100 alle 200 unità (fino agli anni ‘50), era rivolto alle ragazze di scuola elementare e poi media. Il ricreatorio è ricordato con nostalgia e affetto dalle bambine e dalle giovani negli anni ’60 e ‘70 per l’azione formativa importante e per il buon rapporto personale.
All’inizio degli anni ’30, in piena crisi economica, le suore organizzarono la cucina economica per offrire pasti caldi quotidiani alla popolazione più bisognosa. Ancora esse furono maestre di canto nelle chiese di San Pietro e di San Marco; organizzarono e diressero il circolo femminile di Azione cattolica con 2-300 ragazze tesserate negli anni Quaranta e Cinquanta.
Nella pastorale parrocchiale
Negli ultimi tre decenni, ridotte tutte le attività (esclusa la casa di riposo dove hanno continuato la loro presenza), le suore sono state collaboratrici nella pastorale parrocchiale per le attività formative dei bambini e ragazzi, nei campi scuola, nel Grest e in attività educative varie.
In occasione del loro ritiro definitivo dalla parrocchia, l’intera comunità di Camposampiero esprime un “grazie!” vivissimo, corale, spontaneo. La gratitudine dell’intera comunità religiosa e civile di Camposampiero sarà manifestata alle suore Dorotee nella cerimonia di saluto che si svolgerà domenica 19 con una messa alle 10.30.