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Morto a Lima Gustavo Gutiérrez, “padre” della teologia della liberazione

Mons. Carlos Castillo, arcivescovo di Lima, che in gioventù è stato allievo e collaboratore di padre Gutiérrez, ha ricordato che il teologo “è stato un instancabile difensore dell’opzione preferenziale per i poveri, una frase che ha coniato e che è entrata a far parte del magistero della Chiesa come un modo fondamentale di vivere la nostra fede”
23/10/2024

La Provincia domenicana di San Giovanni Battista del Perù ha confermato, in serata (ora locale), la morte di padre Gustavo Gutiérrez, all’età di 96 anni. Da tempo, si trovava in condizioni di salute assai precarie. Le sue spoglie riposeranno nella sala capitolare del Convento di Santo Domingo, a Lima, dove è stata allestita la camera ardente. Ordinato sacerdote nel 1959 e consacrato nell’ordine dei domenicani nel 2001, padre Gutiérrez è ricordato come il massimo esponente della teologia della liberazione, oltre che come fondatore dell’Istituto Bartolomé de las Casas di Lima. La sua opera più famosa, “Teologia della liberazione”, è considerata il manifesto di un movimento teologico, in realtà, assai variegato. Al termine di un lungo e fruttuoso dialogo con il Vaticano, portato, in particolare, avanti con il card. Joseph Ratzinger, il “processo di chiarificazione” si concluse in modo positivo, definitivamente, nel 2004. Nel 2005, il teologo affermò, togliendo ogni equivoco alla sua opera: “La teologia della liberazione, dalla prima all’ultima riga del libro, è contro il marxismo perché per Marx il cristianesimo era oppressione e il lavoro della mia vita è impegnato nell’idea che il cristianesimo è liberazione”.Nel giorno della memoria liturgica di Giovanni Paolo II, “Papa evangelizzatore e vero pastore, abbiamo avuto anche il dolore e la gioia di aver vissuto per tanti anni con padre Gustavo Gutiérrez, che ora è passato a vivere nel Regno del Padre”, sono le parole dell’arcivescovo di Lima e primate del Perù, mons. Carlos Castillo, poco dopo la notizia della sua morte. Mons. Castillo, che in gioventù è stato allievo e collaboratore di padre Gutiérrez, ha ricordato che il teologo “è stato un instancabile difensore dell’opzione preferenziale per i poveri, una frase che ha coniato e che è entrata a far parte del magistero della Chiesa come un modo fondamentale di vivere la nostra fede. Questo nostro amico, un sacerdote peruviano, ha accompagnato la Chiesa per tutta la sua vita, rimanendo fedele nei momenti più difficili, ricordandoci sempre che il vero pastore deve prendersi cura delle sue pecore, soprattutto dei poveri”.Il primate del Perù ha ricordato che fu proprio Papa Giovanni Paolo II a riconoscere “che l’opzione preferenziale per i poveri non è né esclusiva né escludente, ma è ferma e irrevocabile”. E, oggi, “Papa Francesco ci mostra che questo cammino è promettente, sapendo che il Vangelo è il primo che contiene questa opzione”.Mons. Castillo, che sarà creato cardinale il prossimo 8 dicembre, ha concluso: “Ringraziamo Dio per aver avuto un sacerdote teologo fedele che non ha mai pensato al denaro, né ai lussi, né a nulla che assomigliasse al ritenersi superiore. Piccolo com’era, ha saputo annunciarci il Vangelo con forza e coraggio”.

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