sabato, 05 ottobre 2024
Meteo - Tutiempo.net

Terzo settore, quando l'isolamento è ancora più grave

E’ ancora presto per prevedere compiutamente cosa insegnerà al Terzo settore e al popolo dei volontari e cittadini attivi questa emergenza del Covid-19. Ma una cosa è certa: interrotti i servizi di prossimità, saltati tutti gli eventi di fundraising, sospesi i progetti e le attività sociali, laddove per giuste esigenze di salute si “chiude” alle esperienze concrete di comunità viene meno anche la presenza di cooperative ed associazioni.

E’ ancora presto per prevedere compiutamente cosa insegnerà al Terzo settore e al popolo dei volontari e cittadini attivi questa emergenza del Covid-19. Ma una cosa è certa: interrotti i servizi di prossimità, saltati tutti gli eventi di fundraising, sospesi i progetti e le attività sociali, laddove per giuste esigenze di salute si “chiude” alle esperienze concrete di comunità viene meno anche la presenza di cooperative ed associazioni. Che provano a tener duro e a dare risposte creative virtuali (vedi i tanti segnali che arrivano dalla rete, da facebook), ma che non possono in alcun modo sostituire il reale.

 

 

Vicini nella distanza

Ci sono diverse questioni sul piatto. La prima è che se i servizi, per esempio i centri diurni oppure i doposcuola, vengono sospesi, si rischia di mettere ancora più in difficoltà chi è non autosufficiente, in condizione di fatica e disagio o a rischio emarginazione. “Abbiamo dovuto chiudere al pubblico i nostri sportelli e i recapiti; i circoli non fanno alcuna attività – spiega Laura Vacilotto, presidente Acli Treviso -. Manteniamo operativi il numero di telefono e le mail, cerchiamo di tenere sempre aperto il canale di comunicazione con le persone soprattutto chi si trova in situazione di emergenza. Ciò che sta accadendo non ha precedenti nella memoria delle generazioni ora viventi, non ha storia – riflette ancora Laura -. E’ un contagio che provoca chiusura, paura, rabbia, isolamento. Ed invece di superarlo tenendosi stretti, collaborando, stavolta dobbiamo stare «lontani» uno dall’altro”. Ne consegue che proprio le realtà che tessono reti soffrono di più in questo momento. Eppure la socialità comincia a mancarci: si suona e si applaude dai balconi. “Incontrarci ed aggregarci è un bene primario, uno dei collanti della comunità, favorisce la costruzione della coesione sociale” che è indispensabile per la fiducia, le relazioni e i legami tra le persone. Per questo, in una società più coesa è più facile garantire l’inclusione di soggetti deboli.

 

Aiutare ad aiutare

Raggiungiamo telefonicamente Luca Mazzon, presidente della cooperativa “L’Incontro”, al termine di una ennesima giornata che lui stesso definisce “di fuoco”: è sera ma deve ancora fare una telefonata al direttore sanitario per avere delucidazioni su alcune procedure, leggere il decreto “Cura Italia”, presentato dal Governo, riorganizzare alcuni turni per i prossimi giorni. “I servizi sociosanitari al Centro anziani Domenico Sartor pongono in questo momento difficoltà gestionali, ad esempio per il reperimento dei presìdi di prevenzione (le mascherine sono introvabili se non accettando vere e proprie truffe ndr)”. Tutti i centri diurni, invece, sono chiusi, per ora fino al 3 aprile. E qui da un lato c’è il sostegno alle famiglie delle persone accolte nelle strutture giornaliere, dall’altro la sostenibilità economica. “Viviamo un tempo in cui le indicazioni cambiano velocemente, le interpretazioni variano di continuo, l’incertezza sulla durata di questa emergenza ci mette alla prova e tuttavia continuiamo ad agire con responsabilità verso i lavoratori e verso il territorio che ci riconosce di essere non solo un “fornitore di servizi” ma valore sociale fondamentale”.

 

Sfida cruciale

Del resto, la questione del lavoro non è secondaria, soprattutto per un settore così fragile che in questo momento di crisi rischia il collasso, visto che le raccolte fondi che lo sostengono sono spesso collegate a eventi e manifestazioni, ora tutte rinviate proprio a causa del coronavirus. Senza contare che diverse realtà, lavorando per “progetti”, vedono incrinarsi anche questo ambito perché, di nuovo, è tutto fermo. “Abbiamo chiesto rassicurazioni sull’estensione a tutto il terzo settore delle misure di sostegno al reddito dei lavoratori, come la Cassa integrazione in deroga, indipendentemente dalla forma giuridica dei soggetti, siano essi imprese o associazioni”, ha detto la portavoce nazionale del Forum del Terzo Settore, Claudia Fiaschi. Sono state diverse le proposte messe in campo, alcune recepite già dal decreto “Cura Italia”. “Auspichiamo che presto la situazione possa evolvere – rincara Matteo Marconi, presidente Cooperativa Comunica di Treviso, attiva nei servizi educativi all’infanzia e all’adolescenza –, soprattutto per le tante famiglie che conosciamo e che sosteniamo attraverso i doposcuola e lo studio assistito con i figli; ma anche per i nostri lavoratori”. (F.G.)

SEGUICI
EDITORIALI
archivio notizie
06/08/2024

Non tutti potranno beneficiare di una vacanza al mare o ai monti o di un viaggio. Oltre a tanti anziani,...

04/07/2024

Un “manifesto programmatico”

Ricordo che due sposi mi dissero che a loro il nuovo vescovo è subito piaciuto...

06/06/2024

Si tratta, da parte nostra, di un importante diritto-dovere civico, perché, per molti aspetti, è in gioco...

TREVISO
il territorio