Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Coronavirus, ora c’è il modo per moltiplicare per dieci i tamponi riducendone i costi. Lo ha scoperto il primario trevigiano Rigoli
La novità funziona così: si prendono dieci tamponi e, anziché analizzarli ad uno ad uno (ogni analisi costa 18 euro), si mescola una parte del liquido raccolto di dieci diversi campioni. Si cerca così se il cocktail di dieci provette è positivo, caso ormai raro visto che le positività sono ormai nell’ordine del 2 per mille. A quel punto, se c’è positività, si va ad analizzare le singole provette e si individua quella positiva e la persona da rintracciare e curare.
È l’uovo di Colombo. Ma altri non l’avevano trovato e a scoprirlo è Roberto Rigoli, primario del reparto di Microbiologia dell’Ospedale di Ca’ Foncello di Treviso. Il dott. Rigoli ha trovato il modo per moltiplicare per dieci la capacità di analizzare tamponi contro il Coronavirus. O, se si preferisce, di ridurre ad un decimo il costo delle analisi. Lo ha annunciato oggi, presente lo stesso primario, il presidente del Veneto Luca Zaia, nel corso del consueto incontro di aggiornamento sulla lotta al virus, dalla sede di Marghera della Protezione civile veneta.
La novità funziona così: si prendono dieci tamponi e, anziché analizzarli ad uno ad uno (ogni analisi costa 18 euro), si mescola una parte del liquido raccolto di dieci diversi campioni. Si cerca così se il cocktail di dieci provette è positivo, caso ormai raro visto che le positività sono ormai nell’ordine del 2 per mille. A quel punto, se c’è positività, si va ad analizzare le singole provette e si individua quella positiva e la persona da rintracciare e curare.
«In questo modo – comment Zaia – si risolve la limitazione delel macchine, che non possono processare più di un tot di tamponi e si moltiplica per dieci la capacità di processazione, riducendo i costi».