mercoledì, 30 aprile 2025
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Il 7 maggio inizia il Conclave

I cardinali elettori saranno riuniti nella cappella Sistina per eleggere il 267° successore di Pietro

Il Conclave per eleggere il 267° successore di Pietro inizierà il 7 maggio prossimo.

Saranno 135 i cardinali elettori chiamati a partecipare al prossimo Conclave. Due hanno già fatto sapere che non parteciperanno per motivi di salute. Di questi, 53 provengono dall’Europa, pari al 39% del totale, confermandone il ruolo ancora preponderante, pur in un quadro di crescente internazionalizzazione della Chiesa. Tra gli europei, l’Italia guida con 17 elettori, pari al 12,6% dell’intero collegio, seguita da Spagna e Francia con 5 cardinali ciascuna, Polonia e Portogallo con 4, Germania e Regno Unito con 3, Svizzera con 2 e Belgio, insieme ad altri singoli Paesi dell’Europa orientale e settentrionale, con un rappresentante ciascuno.


Gli altri continenti saranno rappresentati da 23 cardinali elettori asiatici, 18 africani, 17 sudamericani, 16 nordamericani, 4 centroamericani e 4 dell’Oceania. Quanto al pontificato di creazione, 108 cardinali elettori (80%) sono stati nominati da papa Francesco, 22 da Benedetto XVI e 5 da Giovanni Paolo II. È un dato che conferma quanto il prossimo Conclave si svolgerà all'interno di un collegio profondamente rinnovato negli anni di questo pontificato.


Il cardinale elettore più anziano di tutti è lo spagnolo Carlos Osoro Sierra, che compirà 80 anni il prossimo 16 maggio, mentre il più giovane è l’ucraino Bychok Mykola, 45 anni compiuti lo scorso febbraio.

Il Collegio cardinalizio, nella sua interezza, grazie a papa Francesco conta ora 252 cardinali, di cui 135 elettori e 117 non elettori, in quanto hanno superato gli 80 anni.

“Consegniamo a Dio quest’uomo e ci prepariamo a un altro evento altrettanto importante per la vita della Chiesa: l’elezione e il dono di un nuovo Pastore”, ha detto don Giulio Viviani, assistente dell’Ucsi del Trentino Alto Adige, parroco e docente di liturgia, che è stato per 17 anni in Vaticano all’Ufficio per le Celebrazioni liturgiche del Santo Padre con san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. E ha spiegato: “Ho avuto esperienza nel 2005 di un conclave e so cosa vuol dire per i cardinali vivere questa esperienza che è esperienza profondamente responsabile, anzitutto di fede e di preghiera e non tanto di correnti e di spartizioni di potere. Ho il ricordo delle congregazioni generali come di un momento bello, vivo e vero di Chiesa nell’ascolto delle testimonianze di tanti cardinali che portavano la vita delle loro comunità cristiane, nel confronto vivace e sincero e alla ricerca di un nuovo Pastore, del Pastore universale della Chiesa, di colui che assume sulle sue spalle e nel suo cuore una responsabilità formidabile, enorme e importante di servizio. Anche in questo caso tocca a noi, alla comunità cristiana, pregare e invocare lo Spirito santo per i padri cardinali e per colui che sarà chiamato il «Servo dei servi di Dio», colui che sarà chiamato a guidare la Chiesa di Roma che «presiede le Chiese nella carità»”.

Il conclave. I cardinali si riuniscono nella Cappella Sistina in Vaticano, dove si svolgono le votazioni in un clima di preghiera, riflessione e isolamento dal mondo esterno. Qui pronunciano un giuramento in cui si impegnano a rispettare i vincoli della Costituzione, a ricoprire con fedeltà l’incarico da Papa qualora fossero eletti e a tenere il segreto su quello che avviene durante il periodo di voto. Ogni giorno, possono essere celebrate fino a quattro votazioni, generalmente sono invece una al mattino e una al pomeriggio. Al momento del primo scrutinio, i cardinali scrivono il nome del loro candidato su una scheda, la piegano e la depositano in un calice. Le schede vengono poi scrutinate e i risultati vengono annunciati. Se nessuno ottiene la maggioranza richiesta (due terzi dei voti), le schede vengono bruciate, producendo una fumata nera, che segnala al mondo che l'elezione non è ancora avvenuta, e si passa dunque a una nuova votazione.

Dopo la 34ª votazione si passa al ballottaggio fra i due cardinali che avranno ricevuto il maggior numero di voti nell’ultimo scrutinio. Anche in questo caso, però, sarà sempre necessaria una maggioranza dei due terzi e i due cardinali in lizza non parteciperanno alla votazione.

Quando viene eletto il nuovo Papa, le schede vengono bruciate con paglia secca, la cui combustione dà luogo alla classica fumata bianca. Dopo l'elezione, al cardinale Protodiacono, attualmente Dominique Mamberti, il compito di annunciare al mondo, dalla loggia di San Pietro, la frase celeberrima frase “Nuntio vobis gaudium magnum”, ossia “Vi annuncio con grande gioia”, “Habemus Papam”, seguita dal nome del nuovo Pontefice.

All’annuncio, segue il primo incontro tra il nuovo Vescovo di Roma e il suo popolo che dall’elezione di Giovanni Paolo II ha ormai un cerimoniale tutto suo, legato al momento. Ciò che non cambia è che il nuovo Papa si affaccia dalla loggia e impartisce la sua prima benedizione “Urbi et Orbi”.

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