sabato, 14 settembre 2024
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Conte: "Rammarico per questa Pasqua diversa, grati ai vescovi"

“Siamo consapevoli del grande sacrificio che stiamo chiedendo ai fedeli e ai pastori, costretti a celebrare sine populo i riti della Settimana Santa” e “capisco il rammarico che l’intera comunità di fedeli prova nel vivere una Pasqua diversa, lontani dal calore e dall’affetto dei propri cari”. Così il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, in un’intervista all’Osservatore Romano e a Vatican News.

“Siamo consapevoli del grande sacrificio che stiamo chiedendo ai fedeli e ai pastori, costretti a celebrare sine populo i riti della Settimana Santa” e “capisco il rammarico che l’intera comunità di fedeli prova nel vivere una Pasqua diversa, lontani dal calore e dall’affetto dei propri cari, impossibilitati a partecipare alle celebrazioni del Triduo, culmine e centro dell’anno liturgico, a cui il nostro popolo è così legato”. Così il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, in un’intervista all’Osservatore Romano e a Vatican News.
Il premier sottolinea: “Il Governo, che ha costantemente e doverosamente informato la Conferenza episcopale italiana in ogni più delicato passaggio, è grato per il senso di responsabilità con il quale i vescovi italiani, sotto la guida del card. Bassetti, hanno accolto queste misure, nella consapevolezza dei beni supremi coinvolti in questo momento così drammatico per la comunità nazionale”. “Ma sono fiducioso”, afferma Conte: “Dobbiamo augurarci che da questa rinuncia possa nascere una stagione feconda, di cui potremo presto raccogliere i frutti, anche sul piano spirituale”. Riferendosi a “questo tempo sospeso” e a “questo silenzio irreale che avvolge le nostre città”, il presidente del Consiglio invita a guardare “oltre” con “uno sguardo di fiducia e di speranza”.

“Avverto quotidianamente la sofferenza e il dolore di tante, troppe famiglie che hanno perso i propri cari, che hanno perso il lavoro, che rischiano di perdere fiducia e speranza nel futuro. E avverto, insieme, tutta la responsabilità di decisioni difficili ma necessarie. Come ha osservato il Santo Padre, chi ha l’autorità per compiere queste difficili scelte si può sentire solo”, un messaggio che unito alla richiesta di preghiera “mi ha trasmesso forza”, afferma ancora Conte.
“Nel mio animo – rivela il premier – alberga anche l’orgoglio di guidare un Paese che si sta mostrando una comunità unita, coesa, solidale. Gli italiani stanno dando grande prova di coraggio, compostezza, resilienza. Il mondo ci guarda e ci ammira”.
Nell’intervista, Conte rivendica le azioni messe in campo dal governo di fronte all’emergenza, “mettendo al primo posto la salute dei cittadini” e “fronteggiando un virus di cui si conosceva pochissimo”. “Ogni decisione – assicura – è stata presa in scienza e coscienza”. “Verrà il momento, è inevitabile, in cui saremo chiamati a rispondere delle nostre scelte”, prosegue Conte, garantendo che “non mi sottrarrò, cercando alibi o scorciatoie. Ma ora è il tempo di agire insieme ed è necessaria la collaborazione di tutti, sindaci e presidenti di Regione inclusi”.
Il premier elenca poi i provvedimenti presi a sostegno di “chi ha fame” e “delle nostre imprese, piccole e grandi” con interventi “davvero poderosi”. E poi l’attenzione verso i detenuti. Conte poi ribadisce “il sostegno italiano all’appello per un cessate-il-fuoco globale” lanciato dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, e sostenuto da Papa Francesco. E si dice “fiero e commosso davanti ai gesti di grande abnegazione e generosità a cui stiamo assistendo in questo triste periodo della nostra storia”. “Finita l’emergenza potremo contare su donne e uomini più consapevoli del valore della vita e dell’importanza di dare di più agli altri e alla comunità”, conclude Conte: “Vedo una nuova primavera per l’Italia”.

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