Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
I protagonisti dell'Europa
Li racconta una mostra allestita, dall'8 al 28 febbraio, nell'istituto Einaudi Scarpa di Montebelluna, e realizzata da Europe Direct del Comune di Venezia, basandosi sulla documentazione ufficiale della Commissione europea
Una mostra didattica per gli studenti e non solo, dedicata a donne e uomini, leader visionari, che hanno ispirato la creazione dell’Unione europea, in cui oggi viviamo, e che erano persuasi che i popoli del “Vecchio Continente”, pur restando fieri della loro identità e della loro storia nazionale, fossero decisi a superare le antiche divisioni e a costruire insieme il loro comune destino. Senza il loro impegno, i loro ideali, le loro motivazioni, le loro speranze e la loro fiducia in un avvenire migliore, i popoli europei non avrebbero potuto vivere in quel clima di pace e di stabilità che oggi diamo per scontato. Combattenti nella resistenza, avvocati, politici e parlamentari, i pionieri dell’Ue erano un gruppo eterogeneo di persone mosse dagli stessi principi: la pace, l’unità, la fratellanza e la prosperità in Europa.
L’esposizione itinerante si intitola “Madri e Padri fondatori dell’Unione Europea” e sarà allestita, dall’8 al 28 febbraio, anche nell’aula Magna dell’istituto scolastico Einaudi Scarpa di Montebelluna (referente professoressa Anna Bressan) ed è stata realizzata da Europe Direct del Comune di Venezia, basandosi sulla documentazione ufficiale della Commissione europea.
Al centro della mostra ci sono le 7 donne e i 13 uomini che sono alla base dell’Ue (Nicole Fontaine, Ursula Hirschmann, Marga Klompé, Anna Lindh, Melina Mercouri, Simone Veil, Louise Weiss, Konrad Adenauer, Joseph Bech, Johan Willem Beyen,Winston Churchill, Alcide De Gasperi, Walter Hallstein, Helmut Kohl, Sicco Mansholt, François Mitterand, Jean Monnet, Robert Schuman, Paul-Henri Spaak, Altiero Spinelli) ed è articolata in 21 pannelli con disegni e fotografie, accompagnati da testi in italiano e inglese.
Nondimeno, però, il percorso espositivo, il catalogo che l’accompagna e la conferenza che illustra il progetto, vogliono mostrare come la storia del processo di integrazione europea (oggi la popolazione della Ue supera i 400 milioni) non deve limitarsi solo al racconto di pochi momenti salienti e di alcuni illustri personaggi. “Difatti - evidenziano un gruppo di studiosi dell’Istituto don Luigi Sturzo di Roma nella ricerca «Le madri d’Europa» - dietro le quinte della storia si nascondono, spesso, vicende ancora più accattivanti e coinvolgenti, per lo più aventi come protagonisti alcuni personaggi ombra, i quali possono in ogni caso, e a buon diritto, essere annoverati tra coloro che hanno fatto l’Europa. Tra questi, Umberto Serafini, anima dell’Aicce (Associazione italiana del Consiglio dei Comuni d’Europa), Jean Bareth, l’ideatore dei gemellaggi fra le città; Alexandre Marc, fondatore del Cife (Centro internazionale di Formazione europea), Denis De Rougemont, fondatore del Centro europeo della Cultura di Ginevra. Oltre a ciò, un ruolo importantissimo lo ebbero alcune donne, le quali, senza pretendere alcun riconoscimento, si impegnarono affinché i propri figli e le proprie figlie non rivivessero più le lacerazioni che la loro generazione aveva provato e vissuto”.
Tuttavia, gli studiosi del don Sturzo sottolineano che la storia, a volte, appare bizzarra. I manuali di storia, anziché dar lustro ai costruttori della pace, sembrano per lo più ispirati a quella che potrebbe definirsi una visione nazionalista e quindi belligerante: si dedicano interi capitoli al racconto delle guerre, della supremazia dei vincitori e pochi paragrafi alle invenzioni che hanno accomunato gli europei. Tanto è vero che Robert Schuman, in alcuni dei suoi discorsi, evidenziava quanto fosse importante per gli europei sbarazzarsi di alcuni fuorvianti retaggi e pregiudizi storici. Ed è esattamente questa la riflessione principale che è alla base del progetto di ricerca sulle “Madri Fondatrici dell’Europa”. Sono queste le donne che, durante la guerra, avevano messo a repentaglio o sacrificato la propria vita in nome della libertà e della pace e che dopo hanno proseguito la loro guerra contro la guerra. Erano consapevoli, infatti, che non sarebbero bastate le istituzioni e le leggi a fare l’Europa, ma che l’Europa doveva nascere dal cuore degli uomini, e non essere calata dall’alto. Dunque, è indispensabile riconoscere il ruolo essenziale delle Madri Fondatrici, come ben evidenzia la mostra.