Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Piombino Dese: partecipato corso vicariale per lettori
Il vicariato di Camposampiero ha organizzato, in sala San Tommaso Moro di Piombino Dese, un corso per i lettori liturgici. Il corso era organizzato in tre incontri di un’ora e mezza, svolti alla sera di giovedì 15 e 22 febbraio e con la conclusione nella serata di venerdì 1° marzo. La partecipazione è stata notevole, e oltre ai numerosi lettori istituiti delle parrocchie, vi erano tra partecipanti, lettori occasionali e membri dei gruppi parrocchiali e altri laici che hanno colto un’opportunità che può aiutare a sostenere la preghiera comunitaria o un discorso in pubblico all’interno dei singoli gruppi e associazioni cattoliche.
Nei documenti della Chiesa, illustrati e spiegati nei primi due incontri, è stabilito che all’ufficio del lettore compete il carattere di vero ministero liturgico, cioè come i ministri superiori in grado, egli apre un canale tramite il quale la Chiesa compie il culto pubblico, strumento con cui il Cristo vivente, nell’azione liturgica, continua a esercitare il sacerdozio. Il laico che funge da lettore, quindi, esercita un ruolo liturgico in forza di una deputazione della Chiesa. Viene sottolineata, quindi, la necessità, per coloro che svolgono il ministero del lettore, di una pietà sincera e di una vita morale e spirituale all’insegna di Cristo. Per il lettore è necessaria, oltre alla formazione liturgica, una vera competenza tecnica. Da qui la necessità di queste giornate di formazione particolarmente partecipate. Se dovessimo delineare la fisionomia del lettore, potremmo dire così: il lettore è il ministro liturgico al quale è confidato l’annuncio della Parola di Dio contenuta nell’Antico Testamento e negli scritti apostolici: Lettere apostoliche, Atti degli Apostoli, Apocalisse, ad eccezione dei quattro Vangeli. Al lettore, secondariamente, compete la funzione di salmista.
Una prima formazione riguarda la competenza tecnica: il lettore deve innanzitutto farsi intendere, leggere con voce alta e chiara, articolare distintamente le sillabe, tenere un tono di voce conveniente, osservare le pause e i silenzi, curare l’accentuazione delle parole e la pronuncia. Vi è, poi, un secondo tipo di formazione, quella allo spirito liturgico, alla vita interiore, alla pietà cristiana. La necessità di essa scaturisce dal fatto che il lettore deve “proclamare” la Parola di Dio. Cioè, lo scopo cui mira il lettore non consiste nell’informare, piuttosto nel rendere possibile la “conversione del cuore”, attraverso l’annuncio. Per questo è necessaria anche la comprensione della sacra Scrittura e la conoscenza della liturgia. Importante a questo riguardo è la partecipazione al gruppo parrocchiale dei lettori.
Il terzo e ultimo incontro del ciclo proposto dal vicariato, è stato prevalentemente tecnico, centrato sul modo di lettura e proclamazione, quindi su come leggere testi biblici. Si consiglia di prepararsi sul testo in anticipo in modo da sostenere il tono: provare ad ascoltarsi, evitare i toni piatti, sempre uguali, dimessi o troppo teatrali e artificiosi. In questo modo si recupera un po’ del nobile esercizio della retorica classica. Fondamentale è il controllo della respirazione, in modo da avere il giusto ritmo per trasmettere il calore umano e divino e la musicalità propria del testo biblico. Quest’ultima nel passato era di sostegno alla memoria. L’assemblea liturgica non può fare a meno dei lettori, nel caso che non ci fossero “lettori istituiti”, e quindi formati questo specifico compito, nella celebrazione si utilizzi la disponibilità di laici che, in virtù del sensus fidei ricevuto in dono con il Battesimo, riescano a cogliere la solennità del ministero, in modo da essere idonei e spiritualmente preparati.