giovedì, 24 ottobre 2024
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Pedemontana, quanto mi costi!

Per la Superstrada pedemontana veneta si spenderanno venti milioni di euro a chilometro. Una cifra lievitata soprattutto per garantire le varianti richieste dal territorio. Intanto si procede con i cantieri, che ad agosto dovrebbero essere aperti anche nel tratto trevigiano.

Costerà 20 milioni di euro a chilometro la Spv che congiungerà Montecchio a Spresiano, una cifra lontana dai costi della Roma Latina (30 milioni a chilometro) e dai quasi 40 del passante di Mestre. Un costo che comunque è lievitato nel tempo, sopratutto per la parte che lo Stato ha dovuto garantire al project financing gestito dal consorzio Sis. A pesare le varianti che sono state richieste dal territorio, quelle varianti che ne hanno ammorbidito in maniera sostanziale l’impatto. Nel tratto trevigiano ad esempio quasi tutto il tracciato è in trincea, molti rettifili sono stati modificati per evitare di sconvolgere l’assetto del territorio, costi che hanno costretto a far passare il finanziamento statale da 165 milioni e 612 milioni.
Il piano finanziario è stato approvato a fine dicembre 2013 e ora non dovrebbero esserci più ostacoli fino alla sua definitiva realizzazione  nel 2018. Nel tratto vicentino il progetto è già alla fase esecutiva, mentre nel Trevigiano cominciano in questi giorni gli espropri. Ai contadini viene garantito il triplo di quanto vale la loro coltivazione, nel caso invece di abbattimento di edifici viene completamente risarcito il danno. Sembra che il dedalo giudiziario in cui i tanti comitati avevano infilato la Spv sia ormai superato dopo l’ultima sentenza del Tar del Lazio, così il commissario Vernizzi, l’uomo del Passante di Mestre, ha potuto stilare un preciso cronoprogramma.
Da aprile i lotti 2B e 2D saranno avviati e così si lavorerà da Mussolente, Cassola e fino a Breganze, in questo modo saranno congiunti i tratti già eseguiti nel vicentino. Sarà avviato anche il campo base a Priabona per realizzare l’opera più delicata: la galleria di sei chilometri da Cornedo a Malo. A maggio sarà realizzato l’intervento a Castelgomberto e a giugno finalmente a Montecchio Maggiore. Ad agosto finalmente partirà il tratto trevigiano da Mussolente a Spresiano, tratto impegnativo perché il 70 per cento è in trincea: uno scavo ininterrotto che purtroppo non darà il frutto economico che si sperava recuperando la ghiaia, un mercato crollato in questi ultimi anni di crisi finanziaria che ha colpito in particolare l’edilizia. Una trincea costosa, ma fortemente voluta da sindaci e territorio.
Alla fine un lungo nastro d’asfalto collegherà l’autostrada A4 con la A27, un passante alto che taglierà il Veneto da est a ovest, per la gioia degli imprenditori del vicentino e del trevigiano; ci si aspetta una riduzione dei tempi di percorrenza di oltre il 20 per cento, con un taglio netto dei costi di produzione e distribuzione per una zona manifatturiera, che la crisi non ha messo ancora definitivamente in ginocchio. Oggi i paesi della Pedemontana sono soffocati dal traffico, con la Spv la situazione potrebbe drasticamente cambiare.
Per entrare dai 16 caselli previsti, tanti per una strada  a pedaggio, quasi ogni sette chilometri, si pagherà un pedaggio dal quale saranno esentati al 50 per cento i residenti attorno ai caselli, gli studenti e  gli ultrasessantaciquenni. Sugli sconti l’assessore alla viabilità del Veneto, Renato Chisso, è ottimista: se la superstrada supererà i 25 mila accessi giornalieri dal 2021 gli sconti si allargheranno. Dunque tutto con il tempo e tutto verificando i parametri per ora solo previsti, parametri che per esempio per il Passante di Mestre sono stati smentiti. Chisso spera di collegare la Spv con la Valsugana, così da aumentare la frequenza sull’Spv, un’ipotesi quest’ultima che trova fieri oppositori nel comitato antitraforo di Romano d’Ezzelino.
Ormai comunque il pallino è saldamente in mano al concessionario la Sis che sembra aver trovato il sostegno finanziario degli istituti di credito, un passaggio delicato che qualche mese fa sembrava molto difficile. Ma da gennaio, il costruttore non ha più sollevato problemi di finanziamento. Protagonista della realizzazione è ormai la Dogliani, azienda edile torinese che ha preso la maggioranza della Sis togliendo il controllo agli spagnoli. La prossima tappa sono gli espropri del Trevigiano: dunque se questo passaggio non creerà eccessivi problemi, in 4 anni la Sis spenderà quasi 2 miliardi di euro e nel 2019 potrà cominciare a recuperarlo con i pedaggi.

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