La morte ha la forza di farci riconsiderare le priorità della vita e, forse, di dare loro un po’ di ordine....
Affascinati da Gesù
Un “manifesto programmatico”
Ricordo che due sposi mi dissero che a loro il nuovo vescovo è subito piaciuto perché, da buon discepolo di san Francesco, parlava soprattutto di Gesù e del Vangelo. In effetti, mi sembra che quello della conoscenza di Gesù e della sua sequela sia stato un tema ricorrente, una specie di “fil rouge”, che troviamo continuamente nei discorsi e negli scritti di mons. Gardin. Tanto che, arrivato da poco in diocesi, ha voluto presentare questo suo “manifesto programmatico” tenendo in cattedrale, nella Quaresima del 2010, le catechesi proprio sulla riscoperta della figura di Gesù, uomo di Nazareth e Maestro che insegna l’amore, perché, a suo avviso, “molti non lo conoscono più” o lo conoscono in modo confuso.
E così, continuando su questa linea, nel 2011 scrive la Lettera pastorale “Una meraviglia ai nostri occhi” sulla necessità di una fede adulta al centro della quale deve esserci “l’incontro decisivo con Gesù” che conferisce solidità all’edificio della persona e della sua vita. Un tema che padre Gardin ripropone successivamente anche nella Lettera con la quale, nel 2012, indiceva e presentava la Visita pastorale alla quale aveva voluto dare il titolo significativo: “Crescere insieme verso Cristo”. “Crescere” - scriveva - richiamava la formazione cristiana, in particolare quella degli adulti; “insieme” rinviava alla dimensione comunitaria che deve caratterizzare la vita ecclesiale; “verso Cristo” voleva indicare che occorre avere come punto di partenza e come meta, come riferimento e modello, centro e ragione di ogni nostro impegno, la persona di Gesù. Per padre Agostino, la finalità primaria di una Visita pastorale doveva essere la “conoscenza, verifica, promozione delle dimensioni essenziali e irrinunciabili della nostra vita di credenti: l’impegno di seguire il Signore Gesù e la capacità di trasmettere la fede in Lui educando alla «vita buona del Vangelo»”.
Per essere cristiani adulti
La preoccupazione di mons. Gardin per la formazione degli adulti, per accompagnarli nella conoscenza di Gesù di Nazareth ha trovato un’attuazione concreta, a partire dal 2016, nel progetto: “Il Vangelo nelle case” un cammino, una piccola via il cui traguardo, appunto, è la conoscenza di Gesù, presupposto necessario affinché avvenga un incontro tra persone.
Ma il tema del conoscere Gesù il vescovo lo ripropose anche nella lettera “Discepoli di Gesù per un nuovo stile di Chiesa”, con la quale avviava, nel 2017, al termine della Visita pastorale, il “Cammino sinodale”. Abbiamo bisogno – scriveva – di ritrovare e incontrare il nostro Maestro Gesù Cristo, perché solamente Lui dà alla nostra vita un nuovo orizzonte e la direzione decisiva e solo alla sua scuola riusciremo a dare alla nostra Chiesa un nuovo volto, più sinodale e missionario (p. 33). E così, l’anno successivo, nella Lettera pastorale: “Per una Chiesa in cammino”, ribadiva ancora una volta che due erano gli obiettivi che il cammino sinodale aveva sempre davanti: “mettere a fuoco la persona di Gesù e l’incontro con Lui” e “la cura della fede dei cristiani adulti” (p. 17)
Gesù come ultima consegna
Al termine dell’omelia tenuta a san Nicolò il 20 settembre 2019, nella messa conclusiva del suo ministero a Treviso, mons. Gardin riprendeva (quasi a mo’ di cornice del suo magistero) il suo motto episcopale: “Affascinati dalla bellezza del Signore” e confessava che avrebbe desiderato aiutare di più a conoscere, a gustare e a farsi illuminare e affascinare da tale bellezza. Forse, diceva, vi sono riuscito poco a causa della mia insufficiente o troppo flebile testimonianza. Tuttavia, aggiungeva: “lasciatemi dirlo per l’ultima volta: Gesù è la salvezza, è lui la vita, è il maestro, è il compimento di ogni promessa veramente affidabile, è il passaggio decisivo per ogni autentica esperienza cristiana. E lo dico con le parole, che spesso ho citato, di papa Francesco: «Non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o non conoscerlo, non è la stessa cosa camminare con Lui o camminare a tentoni» (EG 266). Questo è anche il mio augurio: quello di camminare con Lui, e camminare insieme tra voi, nella comunione”.
Da parte nostra ci associamo alle parole con cui il vescovo Michele concludeva, domenica scorsa su questo giornale, il suo messaggio sulla figura di mons. Gardin: “La sua francescanamente sobria e umanissima signorilità si è sempre abbeverata alla fonte della bellezza e della bontà divina.
Padre Agostino ha testimoniato, ha annunciato, e ha messo al cuore della vita della Diocesi di Treviso la relazione viva con il Signore Gesù Cristo, il Crocifisso Risorto”.