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È obbligatorio rispettare il testamento?

Quando una persona muore tutti i suoi beni e le sue proprietà passano agli eredi. Questo fenomeno si chiama successione e può essere regolata tramite testamento oppure determinata dalla legge. Nel primo caso si parla di successione testamentaria, nel secondo di successione legittima o intestata. In questo articolo, ci occuperemo della prima. Il legislatore italiano garantisce al testatore la facoltà di disporre liberamente dei propri beni per il periodo successivo alla morte mediante, appunto, il testamento. In questo modo, viene tutelato sia il diritto di proprietà individuale, cioè l’interesse del testatore a trasmettere dopo la propria morte il suo patrimonio a taluni soggetti, sia la volontà privata, consentendo al de cuius (la persona della cui eredità si tratta) di scegliere a chi devolvere i propri beni. Nessun altro atto o contratto potrebbe avere gli effetti del testamento; anzi, la legge stabilisce la nullità di tutti quegli atti, cosiddetti “patti successori”, con cui si dispone della successione. Il testamento non è un contratto in quanto, per poter essere valido, non necessita della volontà di altre persone, ma solamente di quella del defunto. In altre parole, il testamento non deve essere accettato da nessuno e per questo è un atto unilaterale. Vi sono tre tipi di testamento, l’olografo ossia scritto di pugno dal testatore, il testamento pubblico ossia redatto da un notaio in presenza di due testimoni e quello segreto che è predisposto dal testatore e successivamente consegnato al notaio il quale lo custodirà. Ma torniamo alla domanda iniziale, gli eredi, o per meglio dire i chiamati all’eredità, devono rispettare il testamento o possono rifiutarlo? A dire il vero, la legge non li obbliga ad accettare l’eredità; essi possono espressamente rinunciare, con dichiarazione scritta fatta davanti al notaio oppure al cancelliere del tribunale. Secondo la giurisprudenza, però, è persino possibile che gli eredi si mettano d’accordo tra loro per privare di efficacia il testamento del proprio avo, così da renderlo praticamente inesistente. È questo quanto affermato nella discussa ordinanza della Suprema Corte di cassazione del marzo 2022. L’accordo deve essere redatto per atto scritto, a pena di nullità, se nella successione sono compresi beni immobili. In pratica, rinunciando a far valere il testamento, gli eredi decidono di rinunciare alla successione testamentaria a favore di quella legittima. Tuttavia, gli studiosi del diritto, la cosiddetta dottrina, ritengono che tale principio possa alterare quanto previsto dalle norme del Codice civile, il cui art. 457 recita: “L’eredità si devolve per legge o per testamento. Non si fa luogo alla successione legittima se non quando manca, in tutto o in parte, quella testamentaria”. A questo punto, parrebbe addirittura che tale ordinanza della Cassazione costituisca un’interpretazione che si discosta dalla legge ammettendo la possibilità per gli eredi di non rispettare la volontà del testatore.

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