sabato, 23 novembre 2024
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Autostrada Via del mare: iter da sospendere

La richiesta è dell'on. Simonetta Rubinato, per la quale è oportuno sospendere la gara d'appalto dopo l'emergere della tangentopoli veneta e l'arresto di Chisso.

Il Governo sospenda la gara per la realizzazione e la gestione della nuova superstrada a pedaggio “Via del Mare”, che dovrebbe collegare l’autostrada A4, all’altezza del casello di Meolo, con le spiagge. La richiesta è contenuta in un’interrogazione al ministro Lupi, depositata ieri alla Camera dall’on. Simonetta Rubinato e firmata anche dalla deputata Sara Moretto, collega del Pd. L’iniziativa prende spunto dal fatto che a proporre l’opera, in project financing, fu nel 2007 Adria Infrastrutture, la società, gestita da Claudia Minutillo e Piergiorgio Baita, finita lo scorso anno nel mirino della Procura di Venezia. Società che secondo gli inquirenti sarebbe anche partecipata, attraverso dei prestanome, dall’ex presidente della Regione Giancarlo Galan e dall’ex assessore alle Infrastrutture Renato Chisso, entrambi indagati anche per lo scandalo tangenti del Mose.

L’on. Rubinato, che già quando era sindaco di Roncade, uno dei comuni attraversati dall’arteria, si era sempre battuta contro questo progetto, spiega così la sua richiesta di sospensione: “Non sono contraria in via pregiudiziale ai progetti di finanza realizzati dai privati, ma mi oppongo a quelli che sono fatti male, che non fanno l’interesse della collettività. Il progetto di rendere a pedaggio la Via del Mare, contro il quale si è espresso tutto il territorio interessato, è però scellerato perché si può ottenere lo stesso risultato, ovvero la scorrevolezza del traffico verso il litorale, anche con la messa in sicurezza del tracciato esistente, peraltro con un notevole risparmio”.

Le firmatarie dell’interrogazione richiamano anche “le ombre che si sono addensate su Adria Infrastrutture per effetto dell’inchiesta condotta dalla Procura di Venezia”. Per questo chiedono al ministro Lupi di valutare la sospensione delle procedure di gara, “almeno – suggeriscono – fino a quando non sarà stata provata non solo l’assoluta legalità dell’iter ma anche il buon andamento dell’amministrazione, ossia la scelta più corretta sul piano economico e finanziario, cosa che le comunità locali chiedono da tempo”.

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