martedì, 17 settembre 2024
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Insegnare è una passione

Mercoledì 13 settembre prende il via l’anno scolastico: finite le graduatorie, in cattedra anche gli universitari
Sarà questo l’anno dei docenti tutor, ovvero dei docenti che si occupano in modo specifico di personalizzazione della formazione e orientamento in uscita

La scuola comincia con meno studenti e più insegnanti. Una proporzionalità inversa caratterizza la vigilia dell’anno scolastico. Solo in Veneto ci saranno mille studenti in meno, mentre degli 80 mila docenti da immettere in ruolo più di metà sono già stati contrattualizzati e dal 12 settembre, giorno di inizio della scuola, saranno in cattedra. Anche nel settore sostegno, sempre critico da diversi anni, aumenta progressivamente il numero degli insegnanti di ruolo, ovvero dei docenti con contratto a tempo indeterminato, finalmente la continuità didattica, per questi delicati allievi, comincia ad essere garantita. Gli insegnanti di sostegno hanno ricevuto per l’abilitazione quasi duemila ore di formazione, e quindi saranno in grado di seguire con professionalità le studentesse e gli studenti diversamente abili. Sarà l’anno dei docenti tutor, ovvero dei docenti che si occupano specificamente di personalizzazione della formazione e orientamento in uscita. Su questi il Mim, Ministero dell’istruzione e del merito, ha deciso di investire anche con un discreto contributo in busta paga e qualche preside ha pure aggiunto come “premio” anche il sabato libero, vera chimera per tutti i docenti di ruolo.

Una settimana fa, a Treviso, mancavano circa 700 docenti, poi la situazione è migliorata, grazie anche alla possibilità dello scorrimento della graduatoria provinciale per le supplenze (gps). La data limite era il 31 agosto per la presa di servizio, tutte le scuole il primo settembre cominciano le operazioni con un collegio docenti e a seguire le riunioni dei consigli di classe e di dipartimento. Si riuniscono le varie commissioni, i collaboratori del dirigente scolastico e le funzioni strumentali avviano i tanti progetti annuali.

Il 1° settembre inizia la programmazione

Molti non lo sanno, si crede che la scuola cominci con le lezioni, in realtà i docenti, che hanno terminato a metà luglio gli esami di Stato, riprendono proprio il primo di settembre a pieno regime e i giorni che precedono l’avvio della scuola costituiscono il momento in cui si programmano tutte le attività dell'anno, comprese le uscite didattiche e le visite d’istruzione.

Così, sarebbe importante avere i docenti il primo settembre, ma per Veneto, Sardegna, Roma, Napoli le nomine sono slittate.

Non è esclusa neppure una gran messe di ricorsi, come di solito avviene, per aspiranti che sono stati erroneamente scavalcati, o per rinunce che sono arrivate in ritardo, o perché il punteggio è stato sbagliato.

Il Ministero e gli uffici scolastici regionali garantiscono, però, che l’algoritmo quest’anno ha funzionato meglio.

Insegnare non è il primo desiderio dei laureati

Le situazioni più complicate sono quelle legate all’esaurimento delle graduatorie. In questo caso mancano insegnanti abilitati per le supplenze e così si deve ricorrere alle graduatorie di Istituto, ovvero alle graduatorie di ogni singola scuola o addirittura alle “mad”, messa a disposizione, ovvero alle domande dirette anche da parte di studenti universitari non ancora laureati. Le aree più critiche sono quelle delle materie Stem, Science (scienza), Technology (tecnologia), Engineering (ingegneria) e Mathematics (matematica). In questi ultimi anni si è svolta una messe enorme di concorsi abilitanti, sono state sperimentate formule anche semplificate di selezione, modalità che non erano state usate in precedenza, c’è anche un concorso speciale legato all'attuazione del Pnrr: eppure ancora non basta. Risulta sempre più evidente che la professione dell'insegnante non è desiderata, anche a causa della sempre più scarsa considerazione sociale.

Su quest'ultimo punto, da più parti, si chiede un recupero della relazione con il docente anche da parte dei genitori. Gli episodi di violenza contro i docenti dello scorso anno hanno fatto molto preoccupare. Il voto di condotta è stato ripristinato nelle scuole secondarie di primo grado, alle medie, e peserà di più per la valutazione finale dell'esame di maturità. Chi riceverà sospensioni non solo vedrà il voto di condotta compromesso, ma sarà invitato a dedicarsi per qualche tempo a un'attività socialmente utile. Le modalità con cui si faranno queste cose non sono chiarissime, già oggi far uscire gli studenti di scuola per l’attività di Pcto, percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento, alternanza scuola lavoro, è un problema e i gravissimi incidenti - tutti ricordano lo studente in stage scolastico morto in un incidente in fabbrica a San Donà di Piave - hanno fatto ritirare molte aziende da questa importante attività e le scuole preferiscono svolgere Pcto virtuali, ovvero online.

L’altra grande emergenza che la scuola non riesce a superare è quella della burocratizzazione. Sempre più, per garantire la trasparenza, il docente è costretto a compilare infiniti moduli, cervellotici e ripetitivi, dove spesso si incuneano gli avvocati per spuntare promozioni non a scuola, ma nelle aule di tribunali. Le lamentele dei docenti sono dure, qualcuno nei giornali ha parlato del collegio docenti del primo settembre come di un rito funebre, dove il preside parla da solo, fa una sorta di omelia, stila la lista dei problemi “Mancano i docenti di sostegno”; “Non abbiamo i bidelli lì”; “Non abbiamo gli spazi là”. Il clima non è quello della comunità educante, ma quello degli uffici e degli impiegati sottoposti al capufficio. Esagerazioni, certo, che non rendono giustizia dell’entusiasmo di tanti docenti, in particolare quelli dell'infanzia e della primaria, ma che delineano un clima. Così il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha lanciato un piano di semplificazione della scuola. Gli obiettivi strategici sono: migliorare i servizi scolastici per studenti e famiglie; garantire più cattedre coperte dal primo giorno di scuola; rafforzare l’alleanza tra i vari protagonisti del sistema scolastico; liberare gli istituti scolastici da eccessivi adempimenti burocratici.

Da fine 2023 sarà attiva un’unica piattaforma online, che consentirà a famiglie e studenti l’accesso agli strumenti e alle informazioni utili per la scelta della scuola, in modo da procedere direttamente all’iscrizione. Per assegnare prima le cattedre si prevede la velocizzazione degli adempimenti per i pensionamenti, l’individuazione di soluzioni procedurali, organizzative e tecnologiche per poter effettuare le nuove nomine in tempi utili all’avvio dell’anno scolastico e una più veloce gestione delle supplenze brevi.

Velocizzare i contributi statali alle famiglie meno abbienti per l’acquisto dei libri di testo, semplificare la gestione degli acquisti, ridurre il contenzioso. Tra i progetti compare anche, a sorpresa, lo studio di fattibilità, entro dicembre 2023, delle scuole paritarie: la solita promessa pre elettorale? Vedremo, almeno la questione è riportata all'ordine del giorno.

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