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In regione calano le liste d’attesa per le visite specialistiche

Aumentano tuttavia le richieste, a fronte di una popolazione sempre più anziana. Prestazioni sanitarie condizionate dalla carenza di personale
11/07/2024

Ha quasi l’aria di un festeggiamento, l’annuncio dato nei giorni scorsi dalla Regione Veneto, con il presidente Zaia in prima linea: a giugno in tutto il territorio regionale le liste d’attesa per le prestazioni sanitarie risultano calate mediamente del 73% rispetto allo stesso periodo del 2023. Nello specifico, sono state azzerate le attese per ricevere un appuntamento con priorità B (10 giorni), mentre per la priorità D (30 giorni) e P (90 giorni) il calo è dell’83% per le prime (da circa 82 mila a 14 mila pazienti ancora in attesa) e del 62% per le seconde (da 74 mila a 28 mila).

L’Ulss 2 Marca Trevigiana è quella che registra la decrescita più “felice”, soprattutto per quanto riguarda le cosiddette “priorità D” (30 giorni): dai 16.877 “galleggiamenti” – ovvero pazienti in pre appuntamento – del giugno 2023 si è passati oggi a “sole” 1.055 domande ancora da evadere (l’80% in meno, in linea con il dato regionale). Ottimi i risultati anche dell’Ulss 6 Euganea, altro territorio della regione – come quello della Marca – che registra la popolazione più anziana, che vede un decremento da 16.499 a 2.092 pazienti ancora in attesa; significativo anche il miglioramento nell’Ulss 3 Serenissima: da 8.474 a 635 richieste ancora da evadere.

Per tutte le Ulss, inoltre, le prestazioni con “priorità B” (10 giorni) risultano azzerate, mentre le “priorità P” (90 giorni) nell’Ulss2 sono scese da 17.368 a 3.472 persone ancora da soddisfare: il calo in questo caso è del 94%, a fronte di una media regionale che, come abbiamo visto, è del 62%. Le prestazioni ancora oggi più interessate da tali galleggiamenti sono proprio quelle con “priorità P” (90 giorni), ovvero la prima visita oculistica (che coinvolge ben 1.520 delle 3.472 persone in galleggiamento), la pancolonscopia con biopsia (382 persone), la colonscopia (343), la prima visita dermatologica (255) e la prima visita neurologica (166). Al netto della prima visita oculistica, specialità in cui c’è particolare carenza di professionisti, si tratta di visite che si giustificano, secondo il direttore generale dell’Ulss2, Francesco Benazzi, con l’aumento della popolazione anziana e il conseguente aumento delle visite di controllo. E proprio su una di queste specialità, ovvero dermatologia, è stata avviata nelle scorse settimane una sperimentazione che già ora registra esiti più che positivi: l’Ulss2, infatti, invia un messaggio sul cellulare per confermare l’appuntamento proposto, invece della classica telefonata, che, nonostante tutto, viene effettuata entro un’ora dalla mancata risposta al messaggio di testo; su 2.404 messaggini inviati, il 57% dei pazienti ha confermato data e ora dell’appuntamento in tempi brevissimi. Una sperimentazione particolarmente importante, se si considera che ci sono ancora moltissimi pazienti che non si presentano all’appuntamento fissato, contribuendo in questo modo a prolungare le liste d’attesa.

Sullo sfondo resta la problematica di sempre: la carenza di specialisti, come anche di medici, infermieri e oss, che si trovano a fronteggiare una richiesta di 63 mila richieste di prestazioni a settimana. Richiesta che è tutt’altro che in diminuzione, visto che nei primi cinque mesi del 2024 si è registrato un +17% di contatti all’Ulss2 per ottenere prestazioni sanitarie, il che significa 561 mila richieste in più in un anno, che andranno ad aggiungersi ai 3,3 milioni evasi nel 2023. “Un aumento che non è sostenibile per nessun sistema sanitario”, chiarisce di nuovo Benazzi, “per questo vogliamo aprire un confronto più profondo e puntuale con i medici di famiglia, per chiarire se ci siano delle anomalie nelle prescrizioni”.

Nel frattempo in tutta la regione sono stati banditi numerosi concorsi (ben 131 solo nel 2023 e già 55 nel 2024) che, però, sono spesso andati deserti o hanno puntualmente visto un numero di candidati ben inferiore alla richiesta, motivo per cui l’Azienda sanitaria è “a caccia” anche di specializzandi e pensionati. Sono almeno 150 i medici che mancano all’Ulss2, grazie ai quali si prospetterebbe in futuro un recupero ancora più ampio sulle liste d’attesa, anche se, proprio per l’aumento costante della domanda, non è possibile pensare un suo azzeramento, tanto che l’Azienda sanitaria considera 8 mila galleggiamenti un numero fisiologico, a fronte di una popolazione che invecchia e a uno stile di vita sempre più a rischio per l’insorgenza di malattia legate alla cattiva alimentazione e a una vita sedentaria. All’interno di un tale quadro di mancanza di professionisti e di importanti recuperi sulle liste d’attesa, è inevitabile chiedersi quale sia il prezzo di questo vero e proprio “miracolo”. Da un lato si può parlare di un 15-20% di pazienti che, visto il prolungarsi dell’attesa, decidono di rivolgersi alla sanità privata e quindi di “liberare un posto”; dall’altro c’è un personale sanitario sempre più pressato e stressato che non cessa di chiedere più riconoscimenti e tutele.

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