venerdì, 06 settembre 2024
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“You are Eu”: educare alla Cittadinanza europea

Cominciamo con un dato: il 49,69% dei cittadini italiani aventi diritto si è recato alle urne per la recente elezione del Parlamento europeo dell’8 e 9 giugno. Meno di uno su due. Eppure se stiamo uscendo dalla crisi generata dal Covid è grazie all’Europa, così come se abbiamo la possibilità di affrontare sfide epocali come il cambiamento climatico, la povertà sociale e l’uguaglianza di genere. Tutti i progetti e gli interventi di cui beneficiamo in Italia sono finanziati dall’Unione Europea. Allora perché questa disaffezione? Ancora una volta la questione è educativa: quanto noi adulti ci sentiamo cittadini europei e, quindi, siamo testimoni di questa cittadinanza per le nuove generazioni? In giro per la città sono apparsi negli ultimi tempi dei manifesti con lo slogan “You are EU”, “Tu sei l’Europa”. Il senso di questa appartenenza sta nella successiva spiegazione: «Insieme, possiamo riuscirci. Democrazia, libertà, uguaglianza, tolleranza e solidarietà, sono questi i valori europei che ci uniscono. A seguito dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia è emerso chiaramente che la nostra democrazia, la nostra economia e la nostra indipendenza energetica sono strettamente interconnesse [...]. Difendiamo i nostri valori per proteggere il nostro futuro e quello delle nostre famiglie, il clima e il pianeta» (you-are-eu.europa.eu). David Sassoli, nel suo discorso di insediamento come Presidente del Parlamento europeo nel 2019, scriveva: «Non siamo un incidente della Storia, ma i figli e i nipoti di coloro che sono riusciti a trovare l’antidoto a quella degenerazione nazionalista che ha avvelenato la nostra storia. Se siamo europei è anche perché siamo innamorati dei nostri Paesi. Ma il nazionalismo che diventa ideologia e idolatria produce virus che stimolano istinti di superiorità e producono conflitti distruttivi». Non abbiamo più molto tempo: dobbiamo diventare appassionati testimoni di questa Europa e raccontarla ai nostri figli, perché la sentano come una Casa comune. L’alternativa è la frammentazione, la disgregazione e la perdita di quei valori di cui, ancora oggi, l’Europa di pace è testimone.

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