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Indagine: migliora l’attenzione dei Comuni veneti alle politiche familiari

È il quadro che emerge dall’indagine “Il Welfare Locale. Stato di fatto, criticità e prospettive future in Veneto”, realizzata nella primavera 2023 dall’Osservatorio Natalità e Famiglia in Veneto per avere una fotografia più chiara dello stato dell’arte delle politiche di welfare e di assistenza alla natalità e alla famiglia nei Comuni del Veneto.

Un grande sforzo, da parte delle Amministrazioni comunali, sul fronte delle politiche di assistenza alle famiglie, una buona capacità di fare rete con altri soggetti e margini di miglioramento in alcuni ambiti, come i servizi rivolti alla casa. È il quadro che emerge dall’indagine “Il Welfare Locale. Stato di fatto, criticità e prospettive future in Veneto”, realizzata nella primavera 2023 dall’Osservatorio Natalità e Famiglia in Veneto per avere una fotografia più chiara dello stato dell’arte delle politiche di welfare e di assistenza alla natalità e alla famiglia nei Comuni del Veneto. L’Osservatorio Natalità e Famiglia è un progetto del Centro della Famiglia di Treviso, nato a febbraio scorso con l’obiettivo di studiare i processi degli sviluppi demografici del territorio regionale, per suggerire ai decisori politici pratiche e strategie utili a favorire l’adozione e lo sviluppo di vere politiche per le famiglie, capaci anche di invertire il trend della denatalità.

L’indagine è partita dall’individuare, attraverso un campionamento stratigrafico, rappresentativo della distribuzione dei Comuni nel territorio regionale, 120 Comuni del Veneto ai quali è stato sottoposto un questionario. Di questi hanno risposto 78 Comuni, pari al 65% del campione, tra cui tutti i Comuni capoluogo di provincia. Il 97,4% dei Comuni ha dichiarato di applicare politiche familiari attraverso l’erogazione di almeno un servizio specifico ai cittadini. Entrando più nel dettaglio della tipologia di servizio offerto, l’81,6% dei Comuni applica sia politiche dirette che indirette, l’11,8% solo politiche indirette e il 6,6% solo dirette. Tra le politiche indirette spiccano gli interventi in ambito di società civile (il 79,5%) e quelli relativi a servizi e tariffe (il 67,9%), mentre solo un numero esiguo di Amministrazioni (il 5,1%) prevede interventi per la casa, come incentivi su mutui o interventi urbanistici per giovani, coppie e famiglie in crescita.

L’indagine ha rilevato un totale di 630 servizi attualmente attivi tra i Comuni intervistati, di cui più della metà riguardano sei tematiche principali. La prima tipologia riguarda la promozione di reti familiari formali e informali (57,7%), la seconda dedica l’attenzione ai momenti importanti della vita, come la nascita, i 18 anni, la morte (55,1%), mentre la terza, il supporto ai genitori con incontri formativi sull’educazione (53,8%), è un’altra tipologia importante dei servizi attivati dai Comuni, così come la sensibilizzazione delle famiglie agli istituti dell’Affido e dell’Adozione (50%). Il 48,7% dei Comuni ha invece attivato politiche di incentivazione di tariffe agevolate di energia elettrica e di gas e, con la stessa percentuale, corsi di orientamento per giovani e adulti su svariate tematiche. Se, da un lato, ben un terzo del campione (33,7%) non ha incontrato particolari problemi nella gestione dei progetti, dall’altro l’indagine ha fatto emergere alcune importanti criticità riscontrate dai Comuni. Le principali riguardano la carenza di personale che possa seguire i servizi erogati (15,9%), la mancanza di budget (15,2%), la difficoltà a individuare i target a cui applicare questi servizi (10,1%) e a gestire le emergenze (8,6%). Tra le altre criticità riscontrate, con percentuali di poco inferiori al 5%, si segnalano poi la difficoltà a verificare i requisiti di accesso ai servizi, la burocrazia onerosa, il poco personale preparato e la scarsa continuità di frequenza ai servizi stessi.

“78 comuni che rispondono ad un questionario così complesso sono un patrimonio che sottolinea non solo una profonda sensibilità a questo tema emergente e una grande apertura a lasciarsi misurare per poi favorire azioni di benchmark e di alleanze territoriali, ma anche una forte disponibilità a collaborare con realtà qualificate del Terzo Settore – evidenzia don Francesco Pesce, Direttore Fondazione Centro della Famiglia di Treviso –. La difficoltà da parte di alcune Amministrazioni ad individuare la persona deputata alla compilazione del questionario è conferma che le politiche per la famiglia non costituiscono un settore, ma una dimensione che incrocia tutti gli ambiti di impegno di un Comune, dalle politiche per la casa all’urbanistica, dal commercio allo sport e così via”.

“In Veneto, come del resto in quasi tutta Italia, l’emorragia di nuovi nati non sembra fermarsi. Anche nei primi 5 mesi i nuovi nati continuano a calare arrivando ad appena 12.010 contro i 12.280 dello scorso anno e i 16.775 di 10 anni fa – commenta Adriano Bordignon, presidente Forum delle Associazioni Familiari del Veneto –. Siamo in caduta libera ed è necessaria una grande alleanza che sia in grado di creare un ecosistema che permette alle famiglie di sperare, progettare, mettere al mondo ed educare i figli. Questa indagine ci dice che i comuni ci stanno provando ma che necessitano di linee guida, risorse per il monitoraggio, il coordinamento e la verifica”.

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