La morte ha la forza di farci riconsiderare le priorità della vita e, forse, di dare loro un po’ di ordine....
A Scorzè una sala per la comunità, inaugurato il centro pastorale Consortium
Domenica 14 luglio, in un clima di festa e gioia sincera, la comunità parrocchiale di Scorzè ha vissuto un momento tanto atteso quanto significativo. Dopo ben 30 anni dal suo acquisto e altrettanti di progetti, studi e tanto impegno, alla presenza della autorità civili, del vescovo Michele Tomasi e dei parroci e vicari parrocchiali in servizio a Scorzè negli ultimi anni, è stato infatti inaugurato il nuovissimo centro pastorale chiamato Consortium. Si tratta di una costruzione di ultimissima generazione, pensata per la vita pastorale e formativa della comunità parrocchiale e civile, che nasce dal restauro dello storico consorzio agrario da tempo inutilizzabile e costruito proprio di fronte alla chiesa parrocchiale. L’edificio era stato acquistato nel 1994 dall’allora parroco don Guerrino Zara e in un primo momento sembrava destinato alla costruzione di una casa di riposo per anziani. L’immobile, tuttavia, in origine barchessa di villa Orsini, risalente al ‘700, da subito è risultato vincolato dal punto di vista edilizio per il suo valore storico e artistico e per lungo tempo è sembrato impossibile procedere al suo restauro, se non in una forma strettamente conservativa, e quindi non adatta alle esigenze pastorali che andavano via via definendosi. Nel 2017, grazie alla ripresa del progetto da parte dell’allora parroco don Massimo Gallina con l’aiuto dell’arch. Giovanni Mognato e al fattivo interessamento dell’ufficio Beni Culturali della nostra Diocesi, si è ottenuto il permesso per un progetto di restauro più flessibile, che è stato sostenuto in modo significativo anche dai proventi derivanti dall’8x1000. E’ seguita poi la fase di progettazione e nel 2022 sono infine partiti i lavori di demolizione e restauro, tutto a cura di professionisti e maestranze locali, che hanno lavorato in sinergia per la realizzazione di quello che non è solo un immobile di pregio, ma un luogo in cui tutta la comunità potrà riunirsi per crescere assieme dal punto di vista umano e spirituale.
Nella messa che ha preceduto l’inaugurazione, il vescovo ha infatti ricordato come le strutture debbano essere sempre al servizio del bene, luoghi belli “fuori” ma soprattutto fucine di bellezza interiore, di fraternità, di pace, di benevolenza. Questo dunque è da chiedere al Signore: che benedica il luogo, ma soprattutto le persone che vi lavoreranno, che lo abiteranno, che si metteranno al servizio degli altri per promuovere l’ascolto della Parola, l’evangelizzazione e ogni forma di bene. Il parroco, don Stefano Vidotto, nel presentare a tutta la comunità i nuovi locali, ha spiegato la scelta del nome: Consortium sicuramente riprende il nome con cui l’edificio è stato conosciuto per più di 100 anni da tutto il paese, ma contiene in sé un’etimologia molto più significativa. Deriva dal latino cum+sortis, ovvero condivisione della stessa sorte, partecipazione, comunità, la stessa etimologia degli sposi, che sono con-sorti, compagni fraterni nella vita e nello spirito. Uno spirito di fraternità e di comunione già sperimentato durante i lavori di ricostruzione da tutti i progettisti e gli esecutori dell’opera, che hanno lavorato in armonia.
Ecco allora che l’augurio più volte rivolto a tutti è quello di poter avere un luogo in cui tutta la comunità si riconosca, valorizzi le sue radici e coltivi i suoi frutti, in un’ideale continuità tra passato, presente e futuro, augurio espresso bene anche dalla scultura dell’albero, realizzata da un giovane artista locale. Un luogo bello e buono, come auspicato anche dal sindaco Giovanni Battista Mestriner, un luogo che sia di tutti, crocevia di inclusione, dialogo, confronto, evangelizzazione, ideazione di pensieri nuovi, ma soprattutto un luogo per il bene.