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San Bartolomeo, il buon caffè dell’inclusione con ventidue donne straniere

L’iniziativa “Incroci a colazione” rientra nel bando regionale “Non solo pane” dedicato alla povertà educativa, di cui la parrocchia di San Bartolomeo è partner, insieme ad altre associazioni del territorio, tra cui I Care Veneto che ne è capofila, ma anche le scuole, realizzando una bella sinergia
19/07/2024

Dal 6 marzo al 5 giugno, nella parrocchia di San Bartolomeo si è tenuto il progetto “Incroci a colazione”, uno spazio di spensierata condivisione dedicato alle mamme straniere del quartiere, che si sono ritrovate puntualmente ogni mercoledì dalle 8.30 alle 10 - mentre i figli e le figlie erano a scuola - accolte dalle esperte volontarie dell’associazione Auser cittadini del mondo.

Da diversi Paesi

A partecipare sono state ben 22 donne, tutte tra i 20 e i 40 anni, provenienti da diversi Paesi del mondo, soprattutto Bangladesh, Senegal, Kosovo, ma anche Ucraina e Cina; tutte con vissuti e culture diverse alle spalle, ma desiderose di inserirsi in questa nuova comunità italiana, fatta di una forte cultura nuova, comprese informazioni pratiche e comportamenti utili tutti da imparare. I dodici incontri organizzati hanno infatti trattato temi molto diversi, spesso messi in pratica tramite “role play”, giochi di ruolo: conversazioni per presentarsi e raccontare di sé, ma anche come affrontare un’emergenza di salute chiamando l’ambulanza oppure il medico, l’esperienza di acquisti al mercato oppure di una situazione al pronto soccorso. Con l’occasione le partecipanti – con livelli linguistici anche diversi – hanno potuto anche ripassare un vocabolario di base sempre utile – giorni della settimana, mesi, numeri, colori, abbigliamento, parti del corpo, alimenti, direzioni, verbi di vita quotidiana.

Il tutto, in una situazione di grande condivisione e complicità, arricchita da piccole confidenze e scambi culturali, come la descrizione di alcune ricette e consigli sui trucchi o sull’abbigliamento più adatto per partecipare a una festa. Una vera e propria fame di conoscenza ma anche di socialità che le partecipanti hanno manifestato anche con la richiesta di organizzare una bella festa finale con canti, balli e dolci da tutto il mondo. “E’ stato bello stare a guardare queste donne mentre, da una iniziale diffidente ritrosia, sono passate a una collaborazione tra loro nelle semplici attività di animazione proposte, utili anche per farle familiarizzare con l’Italiano. Così l’apprendimento si intreccia a quel ben-essere che forse può superare qualche barriera e può costruire qualche esile filo – se non ponte – di pace”, racconta Rosella Steffan, volontaria del progetto.

La ripresa dopo l’estate

L’iniziativa “Incroci a colazione” rientra nel bando regionale “Non solo pane” dedicato alla povertà educativa, di cui la parrocchia di San Bartolomeo è partner, insieme ad altre associazioni del territorio, tra cui I Care Veneto che ne è capofila, ma anche le scuole, realizzando una bella sinergia di rete. Il progetto proseguirà fino a metà dicembre, e quindi a settembre ripartiranno gli incontri del mercoledì mattina: tutte le mamme interessate sono invitate a partecipare. A garantire l’utilità degli appuntamenti, tanto a livello di competenze quanto di socialità, sono le mamme stesse.

L’entusiasmo delle partecipanti

Svitlana, giovane donna ucraina, ci ha raccontato che le volontarie “hanno creato una buona atmosfera in cui noi partecipanti ci siamo sentite come una famiglia. Durante le riunioni il tempo passava velocemente e in modo interessante, personalmente mi dimenticavo dei miei problemi. Ringrazio di cuore il Paese Italia, che è governato da leggi sui diritti umani, che ci aiutano a percorrere la via dell’integrazione; ringrazio la Chiesa italiana, che si prende cura con forza dei bisognosi, quei cittadini italiani umani, che identifica la persona come persona che ci aiuta”.

Una partecipazione talmente entusiasta, la sua, che aggiunge anche delle proposte per la ripresa a settembre: “Iniziare gli incontri eseguendo movimenti di danza su musica positiva e preparare un breve racconto sulle tradizioni del proprio popolo”.

Anche Kamrun e Morium, bengalesi, sono già pronte a “iscriversi” per settembre: i role play sono stati utilissimi, ci hanno spiegato, e vorrebbero approfondire tutte le situazioni in cui si trovano uscendo di casa; ma anche continuare a scambiare quattro chiacchiere in compagnia e a costruire una rete di amicizie e di persone su cui poter contare.

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