La morte ha la forza di farci riconsiderare le priorità della vita e, forse, di dare loro un po’ di ordine....
Sette nuove sale al Bailo, con le opere donate alla città
Inaugura il 17 luglio “Donazioni e donatori”, il percorso espositivo permanente che si sviluppa in sette nuove sale al Museo Luigi Bailo. Ad accogliere il pubblico saranno più di 100 opere esposte per la prima volta, frutto di notevoli lasciti ai musei civici.
Partendo dalla galleria dell’Ottocento, allargata a un ulteriore grande salone, il visitatore incontrerà la preziosa raccolta di opere donate da Sante Giacomelli nel 1874. Qui, assieme a celebri esempi di romanticismo storico, spiccano i lavori di Vincenzo Abbati, Giuseppe Bernardino Bison, Ippolito Caffi, Natale e Felice Schiavoni, Rosa Bortolan, Pietro Paoletti ed Eugenio Moretti Larese. A fare da prezioso contesto, una serie di ceramiche artistiche realizzate nell’Ottocento dalla manifattura trevigiana Fontebasso.
La seconda sala è dedicata ai ritratti dei donatori. L’omaggio a chi ha accresciuto generosamente il patrimonio civico raccoglie le raffigurazioni eseguite da Lino Selvatico e Guiscardo Sbrojavacca, quelle di Luigi Serena ai componenti delle famiglie Provera e Lorenzon, senza tralasciare quelle di Dario Gobbi.
Una saletta è, poi, riservata agli autoritratti di alcuni artisti protagonisti al Bailo. Tra questi, Luigi Serena, Guglielmo Ciardi, Antonio Carlini, Giovanni Apollonio, Guido Cadorin, Giovanni Barbisan, Renato Nesi, Sante Cancian, Aldo Voltolin, Toni Benetton, Renato de Giorgis e Juti Ravenna.
Tra gli ultimi ingressi, a cui sono rispettivamente destinate apposite sale, la selezione di ceramiche trevigiane di primo Novecento “Ceramiche E. Lazzar” di ascendenza Liberty e un nucleo di sculture giovanili di Arturo Martini.
Si prosegue, quindi, con la rappresentanza di una generazione di scultori del Novecento: Umberto Feltrin, Alfiero Nena, Toni Benetton, Augusto Murer, Gino Cortelazzo, Carlo Conte, Ugo Arvedi, Sergio Storel. E ancora, Giovanni Raffaelli, Ettore Calvelli, Marcello Mascherini e Gianni Aricò. Il percorso arricchisce le sezioni di artisti già testimoniati nelle permanenti, come Nino Springolo e Giovanni Barbisan, permettendo di conoscere le opere di Giovan Battista Canal e di altri artisti degli anni Trenta, inseriti nel contesto del “gigantismo dell’arte” (quello di Martini, Carrà, Campigli), ora testimoniato anche con le opere di Achille Funi, fino ai grandi bozzetti per il monumento ai Caduti di Treviso.
Chiudono il percorso dipinti e opere (di Carmelo Zotti e Renato de Giorgis) giunti da recentissime donazioni alle collezioni cittadine. Il Bailo rimane aperto dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18.