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Monigo: la memoria al campo di concentramento

Le celebrazioni alla caserma Cadorin, a ottant'anni dall'arrivo dei primi internati sloveni e croati. Persero la vita almeno duecento persone. Chiesta la revoca della cittadinanza onoraria di Treviso a Mussolini

08/07/2022

Sono passati ottanta anni dal triste giorno in cui la caserma Cadorin di Monigo ha accolto i primi internati sloveni e croati dopo l’occupazione italiana dei territori dell’ex Jugoslavia e, per tenere viva la memoria, nel giorno di questo anniversario, sabato 2 luglio, la caserma ha aperto le proprie porte alla cittadinanza.
Dopo una introduzione sulla storia del luogo da parte del comandante del 33° reggimento ew, il colonnello Ettore Pontiroli, la professoressa Francesca Meneghetti, membro dell’Istresco, ha illustrato la storia del campo di internamento istituito nella caserma.

“Nel 1942 in questa caserma di fanteria arrivarono i primi prigionieri sloveni e ci fu un cambio di destinazione d’uso di questo luogo - ha affermato la professoressa Francesca Meneghetti. Treviso venne quindi coinvolta in queste operazioni tese a internare civili sloveni e croati che venivano rastrellati in seguito alla circolare del generale Roatta. Tra questi civili, di ogni sesso e ogni età, c’erano anche bambini, anziani e persone malate. E’ noto che l’esperienza ebbe un bilancio tragico di circa duecento vittime, di cui cinquantatré bambini, ma fu a lungo dimenticata dalla città di Treviso, tantoché, nel 1962, quando i familiari degli sloveni giunsero per portare un fiore ai loro cari, furono accolti da un muro di stupore. Le ricerche storiche cominciarono grazie a Ivo Dalla Costa e non sono rimaste confinate in ambito teorico, ma hanno cercato di coinvolgere anche la società in questo processo di recupero memoriale. Questo che era solo un sito militare è diventato ora un luogo di memoria”.

Al termine della presentazione si è svolta la cerimonia di commemorazione di fronte alla targa posta sulle mura della caserma. Presenti all’evento vi erano anche il consigliere comunale Roberto Borsato, il presidente dell’Istresco Amerigo Manesso e padre Giorgio Laggioni, vicepostulatore della causa di canonizzazione di padre Placido Cortese che visitò l’allora “Campo di Monigo”, per portare aiuto ai numerosi internati sloveni che vi erano rinchiusi.
Don Bruno Mollicone, cappellano militare, durante la commemorazione ha affermato: “Sofferenza e sradicamento sono quello che hanno visto le mura di questa caserma, ma è stato anche quello che solo qualche decennio più tardi abbiamo rivisto nell’ex Jugoslavia, ed è ciò che oggi vediamo in Ucraina e in altre parti del mondo. Vorrei pregare per la pace, per coloro che a Monigo hanno sofferto e per tutti coloro che ancora vivono la prepotenza e lo sradicamento forzato. Preghiamo anche per i cuori di coloro che guidano le Nazioni, perché siano cuori maturi, capaci di valutare sempre le conseguenze delle proprie azioni facendo tutto il possibile per scongiurare la sofferenza degli innocenti”.

Anche Amerigo Manesso è intervenuto: “Il campo di concentramento di Treviso, aperto ottanta anni fa, getta luce sulla condizione del deportato alla quale spesso si accompagna quella del profugo. Va sottolineato il fatto che a essere deportati sono stati i più fragili, tra i quali si annovera il maggior numero dei 200 decessi avvenuti tra queste mura. Sono condizioni che si auspicava rimanessero legate solo alla memoria del Novecento, ma che invece sono ritornate a riproporsi con grande dolore in questi mesi. Auspico che l’anniversario odierno non sia solo una commemorazione, ma rappresenti una occasione per rafforzare convinzioni e pratiche autenticamente democratiche alle quali l’Europa odierna e non solo non può assolutamente abdicare”.

Anche Gigi Calesso, di Coalizione Civica per Treviso, è intervenuto nel giorno dell’anniversario dell’apertura del campo per riportare l’attenzione su un tema a lui caro: “All’inizio di luglio 1942 veniva aperto il campo di concentramento di Monigo, in cui i fascisti internarono civili sloveni e croati. Anche questo tragico anniversario ci sembra adatto per inviare ai capigruppo del centrosinistra in Consiglio comunale una proposta di mozione per la revoca della cittadinanza onoraria di Treviso a Mussolini”.

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