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Superstrada pedemontana: l'occasione persa

Dopo Pasqua sarà aperto il tratto che da Bassano porta a Montebelluna ovest, con uscita ad Altivole. La viabilità locale reggerà l'urto? L'allarme dell'ex sindaco di Riese Pio X Gianluigi Contarin

Non rimane che attendere e prepararsi. Attendere l’apertura della Superstrada pedemontana veneta, che dopo 10 anni di lavori entro quest’anno o al massimo il prossimo aprirà completamente i battenti. Intanto, dopo Pasqua, sarà aperto il tratto che da Bassano porta a Montebelluna ovest, con uscita ad Altivole. E’ un tratto di 25 chilometri circa, che ci darà un assaggio del carico di viabilità che proprio dalla Superstrada si riverserà per le vetuste strade della Castellana.

E su questo dobbiamo prepararci. Perché il traffico, sia veicolare che pesante, non sarà poco, andrà quasi esclusivamente in direzione Padova o Venezia e attraverserà i comuni di Riese, Altivole, Loria, Castello di Godego, Castelfranco, Vedelago e Resana, tutti sottoposti a una pressione non da poco. “Il tutto perché manca completamente la viabilità complementare”, spiega Gianluigi Contarin, ex sindaco di Riese, ma soprattutto ultimo assessore alla Viabilità della Provincia di Treviso, quando ancora le Province contavano qualcosa. Da amministratore prima comunale e poi provinciale ha seguito e influito su tutto l’iter del passaggio della Superstrada pedemontana veneta nell’alta Castellana e per questo motivo il suo punto di vista è qualificante. “Decisiva a mio avviso - spiega Contarin - è stata la debolezza delle Amministrazioni comunali locali, che non hanno saputo cogliere il momento nel 2014-2015, per imporsi e portare avanti i progetti delle complanari da realizzare proprio per sgravare il futuro traffico dai nostri centri”.

Proprio Contarin, appena eletto assessore provinciale, aveva avviato un tavolo di concertazione con i sindaci della Castellana e del Trevigiano per proporre una serie di lavori e modifiche alla viabilità locale. “Alcuni Comuni hanno portato avanti questi progetti, altri invece no”, dice l’ex assessore. Acuni andavano a interessare due direttive verso sud, partendo proprio dai caselli di uscita di “Marini” (tra Loria, San Zenone e Cassola) e Altivole. Per quanto concerne l’uscita di Marini, era prevista una bretella di collegamento (per sgravare dal traffico i comuni di Loria, Godego, Castelfranco-Villarazzo) fino a via Marangona a Loria, e poi lungo la ferrovia fino a via Chioggia a Godego, dove era prevista una grande rotatoria. Da qui, seguendo la ferrovia, un altro tratto di strada avrebbe portato direttamente alla rotatoria di Castelfranco con la strada del Santo. Il secondo grande progetto viario (che avrebbe sgravato dal traffico Altivole, Riese-Vallà, Vedelago) riguardava il tratto di strada che dal casello di Altivole doveva collegarsi a Resana, passando per Vedelago. In progetto una strada a scorrimento veloce, quindi, un sottopasso e una rotatoria. “Si tratta di progetti che erano già avviati - spiega l’ex assessore -, bastava solo che le Amministrazioni ci avessero creduto, ma purtroppo questi lavori via via sono spariti dal piano opere pubbliche della Pedemontana”.

Per le conseguenze basta solo essere preparati e attendere, perché non tarderanno ad arrivare. Soprattutto nei punti neri della viabilità castellana, già adesso congestionati dal traffico, cioè il centro di Vallà di Riese, con il semaforo sulla regionale 667 e poi Castello di Godego, con il passaggio a livello in via Chioggia (strada regionale) e il semaforo in via Trento. “Si è trattato di un’opportunità andata persa - conclude Contarin -, perché adesso la vedo veramente dura trovare 70-80 milioni di euro per realizzare questi lavori”.

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