La morte ha la forza di farci riconsiderare le priorità della vita e, forse, di dare loro un po’ di ordine....
Nel ricordo di don Davide
In occasione dell’inizio dei festeggiamenti della parrocchia di Levada per la solennità dei santi Pietro e Paolo, il locale centro Caritas è stato intitolato a don Davide Schiavon, il direttore della Caritas tarvisina scomparso il 1° novembre 2023. Era stato proprio don Davide ad avviare il centro, nel 2010, quando era parroco di Levada e Torreselle.
L’intitolazione ha avuto luogo con una cerimonia svoltasi nel centro stesso, alla presenza della mamma e dei familiari di don Davide, di don Bruno Baratto, coordinatore di Caritas tarvisina, del parroco, don Tiziano Galante, di alcuni confratelli di don Davide, dei sindaci e degli assessori ai Servizi sociali di Piombino Dese e Trebaseleghe, delle operatrici e operatori del Centro Caritas, e di oltre un centinaio di parrocchiani di Levada e Torreselle.
Durante la cerimonia, è stata scoperta una targa in onore e in memoria di don Davide, ed è stata presentata la nuova insegna della struttura, con la dedicazione al sacerdote.
E’ doveroso segnalare che tale iniziativa, promossa da un gruppo di parrocchiani di Levada e Torreselle e fatta propria da don Tiziano, ha portato anche a proporre alle comunità due progetti da realizzare: lo scavo di un pozzo in Togo e il sostegno, mediante 50 borse di studio per un periodo di tre anni, ad altrettanti studenti dell’istituto agro-pastorale operativo in Mali; tali iniziative vogliono consolidare l’opera intrapresa da don Davide a favore di padre Francis in Togo, nei villaggi da lui seguiti, e della scuola in Mali, avviata dalla Caritas Tarvisina.
Di don Davide è stata ricordata, in diversi momenti, anche l’opera pastorale compiuta nelle due parrocchie. La sua collaborazione con il centro d’ascolto è proseguita in modo efficace anche dopo che aveva ricevuto, mentre ancora era parroco, l’incarico di direttore della Caritas tarvisina, e pure quando, lasciata la parrocchia, ha iniziato a occuparsi a tempo pieno della Caritas diocesana.
“A tale proposito - raccontano operatori e volontari -, è giusto ricordare la vicinanza mostrata da don Davide, e la concretezza delle sue indicazioni, riguardo a un problema che affligge in questi anni pesantemente anche il territorio, quello dell’emergenza abitativa, e all’iniziativa di cui, dal 2022, la Caritas delle due parrocchie piombinesi si è fatta promotrice e che ci impegna in modo particolare quando le persone, pur avendo un’occupazione stabile nel territorio stesso, non riescono a trovare un’abitazione, o almeno un letto”.
Tale iniziativa , grazie al sostegno della Diocesi, ha portato a sensibilizzare prima i parroci del vicariato e successivamente a incontrare i parroci e i sindaci, con gli assessori al Sociale dei vari Comuni, e quindi a incontrare anche i rappresentanti dell’Ater di Padova. “I contatti avviati continuano e riteniamo che con il prossimo settembre si possa, unitamente a Caritas tarvisina, riprendere tale iniziativa, e renderla operativa in modo adeguato”.
I parrocchiani ricordano un ulteriore tema a cui don Davide ha sempre dedicato molta attenzione e molte energie, e cioè la formazione dei volontari che operano in Caritas.
Don Davide riteneva fondamentale che i volontari potessero offrire un servizio adeguato e utile alle persone in difficoltà.
“A questo proposito - proseguono i volontari -, ci è rimasta nel cuore la giornata del 1° ottobre 2023 nella quale, giusto un mese prima di lasciare questa vita, don Davide ci ha ospitati in Casa della Carità, a Treviso, accompagnandoci per l’intera giornata in diverse esperienze, iniziando con la celebrazione della messa nella cappella della Casa, illustrandoci, poi, i servizi che vengono offerti quotidianamente”.
Nell’occasione, don Davide aveva sottolineato l’importanza “per noi operatori di considerare che spesso le persone che si rivolgono a noi sono gravate da problemi multidimensionali, e che noi, non potendoli affrontare tutti, dobbiamo cercare di «fare rete» con tutti i servizi e le realtà che potrebbero contribuire ad aiutarle. Aveva ribadito che il nostro compito non è risolvere tutti i problemi, ma accompagnare le persone, sostenendole lungo un percorso che possa consentire loro di superare, o almeno alleggerire, la condizione di disagio che li ha portati a rivolgersi a noi”.