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Giornata della memoria: Giorgio Perlasca Giusto tra le Nazioni, ma non eroe

La sua storia ripercorsa insieme al figlio nell’incontro organizzato dall’Ufficio scuola della diocesi. Si finse diplomatico spagnolo a Budapest e riuscì a salvare migliaia di ungheresi di religione ebraica

Il mese di gennaio che volge al termine è stato speciale perché si sono potuti vivere intensi momenti di preghiera e di riflessione il cui filo conduttore è stato la ricerca di uno spirito di pace tra tutti gli uomini e le donne. L’appuntamento online del 14 gennaio, organizzato dall’Ufficio Scuola della diocesi trevigiana, percorre questa strada. Si è trattato del tradizionale aggiornamento, rivolto ai docenti di religione cattolica della scuola dell’infanzia e primaria e a tutti gli insegnanti interessati. Il tema riguardava una data, il 27 gennaio, giorno in cui si ricorda la Shoah.

Quest’anno il personaggio di cui si è parlato è stato Giorgio Perlasca, ma prima di ascoltare i diversi e ricchi contributi, c’è stato l’intervento d’apertura del professor Giampiero De Bortoli che ha consentito di approfondire il significato di tre date: il 17 gennaio, giornata di dialogo fra ebraismo e cristianesimo, 18-25 gennaio: settimana dell’unità dei cristiani e il 27 gennaio, giorno della Memoria. In merito a quest’ultima, il professor De Bortoli, attraverso un excursus storico, ha analizzato in che modo l’antica accusa di deicidio da parte dei cristiani sia stata tra le cause della persecuzione contro gli ebrei e di come, pur con successivi Concili e diversi documenti della Chiesa, che miravano a togliere tale stigma, ancora oggi, in alcuni gruppi, persista questa infamia che non fa che istigare l’antisemitismo.

Di rilievo la sintesi conclusiva con la quale De Bortoli ha sottolineato quanto sia fondamentale far sì che ebrei, cristiani e musulmani si aiutino l’un altro e si sentano uniti per far fronte a un nemico comune: il razzismo e l’intolleranza. Dialogo, rispetto e conoscenza della storia sono le parole fondamentali per liberarci dai pregiudizi. Tre sono stati gli interventi dedicati alla figura di Giorgio Perlasca, protagonista della serata. Il primo da parte del figlio Franco. Con affetto filiale e incisività ha narrato la vita del padre. Perlasca nel 1944 si trovava a Budapest in qualità di commerciante. Fingendosi console spagnolo e rischiando la vita, salvò dalla deportazione nazista 5.218 ebrei ungheresi. Una volta rientrato in Italia, non ne fece parola con nessuno.

La vicenda venne alla luce solo nel 1987 quando alcune donne ebree, da lui messe in salvo, lo cercarono e lo rintracciarono. Dal racconto è emersa la figura di un uomo che ha sempre pensato e detto, a chi lo interpellava, di non aver fatto nulla di eroico, ma semplicemente il proprio dovere. Perlasca è un Giusto tra le Nazioni. Ma i Giusti - diceva Perlasca - non sono eroi. Sono persone normali, senza poteri. Sono la dimostrazione che ciascuno di noi, se lo vuole, può opporsi al Male, sfondando il muro dell’indifferenza. Basta non voltare la faccia dall’altra parte. Nel 1990, durante il programma Mixer, alla domanda di Giovanni Minoli che gli chiese perché ricordare, rispose: “Perché ricordare? Perché vorrei che i giovani conoscano e si oppongano a situazioni del genere, morali e materiali, semmai dovessero ripetersi”. E proprio dedicati alle giovani generazioni sono stati i successivi interventi attraverso le proposte di due insegnanti di scuola primaria.

Isabella De Biasio ha presentato il libro “Il cavaliere delle stelle”, una narrazione in cui parole e immagini si uniscono per tratteggiare in chiave fiabesca, adatta anche ai bambini della scuola per l’infanzia, la figura di Giorgio Perlasca. La docente De Biasio ha anche offerto suggerimenti di percorsi didattici per la scuola primaria, che coinvolgono sia l’area linguistica sia quella artistica-manuale. Tra questi ha fatto riferimento a una proposta della maestra della scuola dell’infanzia di Montebelluna, Elisabetta Netto, in cui viene spiegato come costruire con il cartone un castello, simbolo della fortificazione eretta da Perlasca in difesa degli innocenti.

L’insegnante Patrizia Cosmo ha presentato il fascicolo “L’occasione fa l’uomo ambasciatore”. Anche questa è una proposta narrativa per scolari, già sperimentata nella scuola primaria Forte ‘48 di San Donà di Piave. Tutti gli interventi e i materiali sono disponibili nel sito https://www.diocesitv.it/irc/. A conclusione dell’aggiornamento è rimasta nel cuore dei partecipanti la forza interiore che ha animato Giorgio Perlasca e così ben raccontata dal figlio: “Mio padre diceva ai giovani: «Anche nei momenti più bui… fate qualcosa! Cercate la luce!». Raccontare la Shoah è fondamentale, ma solo se accanto a questo trasmettiamo le storie di persone normali che seppero dire no e opporsi a rischio della propria vita. Così facendo trasmettiamo un importante valore positivo e cioè che ognuno di noi può e deve agire per impedire odio e violenza.

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