Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Pio X, stage e servizio per gli studenti al San Camillo
Novità fra i progetti di orientamento e per le competenze trasversali (Pcto) del Collegio Pio X, quelli che un tempo si chiamavano stage e che oggi mirano, nell’arco del triennio delle superiori, a fornire ai ragazzi motivazione, competenze e autonomia nell’orientarsi nel mondo degli adulti, dell’università e del lavoro attraverso percorsi fatti di tanti stimoli differenti.
“Siamo orgogliosi di annunciare – le parole di mons. Lucio Bonomo, rettore del Collegio – un progetto speciale, in collaborazione con l’ospedale San Camillo di Treviso, che ha avuto il suo avvio l’8 gennaio: gli studenti del Pio X stanno partecipando attivamente ai percorsi di recupero dei pazienti ricoverati nel reparto di Medicina Fisica e Riabilitativa, supportando gli operatori sanitari e contribuendo a rendere il percorso di riabilitazione più efficace e umano grazie a un potenziamento della dimensione relazionale con il paziente”.
A coordinare i ragazzi nella loro esperienza all’interno dell’ospedale San Camillo, la professoressa Cristina Scardanzan, responsabile dell’Orientamento nelle classi degli Istituti superiori del Collegio e il primario di Medicina Fisica e Riabilitativa, dottor Andrea Beltramin.
Oltre all’esperienza di stage vero e proprio, che consiste in 80 ore svolte in reparto, dieci ragazzi della scuola, tra quelli che si stanno preparando per entrare a Medicina, da qui alla fine dell’anno, si metteranno a servizio del reparto di Medicina Fisica e Riabilitativa con un progetto di Service learning: “Grazie a questa proposta pedagogica – ha spiegato la professoressa Scardanzan – che unisce il servizio alla comunità con l’acquisizione di competenze ed è nata da un progetto di Orientamento focalizzato sui bisogni di ciascun ragazzo, ogni pomeriggio due di questi giovani studenti, fino alla fine dell’anno scolastico, si metteranno a servizio del personale sanitario e, soprattutto, delle persone malate. Questo progetto nasce dalla volontà dei ragazzi di mettersi in gioco contribuendo al benessere degli altri, compiendo un’esperienza formativa e allo stesso tempo di vicinanza e prossimità nei confronti dell’altro, di persone che sono ricoverate anche per lunghi periodi”.
L’esperienza dona ai ragazzi la grande opportunità di comprendere l’importanza dell’empatia, della collaborazione e del contributo attivo alla comunità, competenze fondamentali per chi è alla ricerca della propria strada nella vita; arricchisce il percorso formativo degli studenti che desiderano intraprendere la strada nel campo della salute e del benessere sociale e porta novità ed entusiasmo a coloro i quali sono impegnati in un importante e lungo percorso riabilitativo.