Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Camposampiero: Sos per salvare la Fonderia Anselmi
La proprietà ha portato i libri in Tribunale. Eppure due compratori interessati a rilevare l’azienda di Camposampiero ci sono, le commesse anche e i macchinari sono pronti a ripartire. Ma tutto è fermo e i lavoratori sono da mesi senza stipendio.
La situazione è drammatica per la Fonderia Anselmi di Camposampiero e i suoi lavoratori. Dopo due anni di nuovi piani e ristrutturazioni aziendali la fonderia ha sospeso la produzione ed è chiusa da quasi tre mesi.
Il 25 gennaio, infatti, il Tribunale di Padova ha decretato il fallimento della Fonderia Anselmi Srl dell’imprenditore vicentino Rino Dalle Rive, nominando Andrea Fasan come curatore fallimentare. Da quel momento, il futuro dell’Anselmi si è separato da quello della società di Dalle Rive, che non ha mantenuto l’impegno di acquisto dopo due anni di affitto. La fonderia è così tornata di proprietà dell’Anselmi Spa dell’ingegner Adalberto Rossato che, tuttavia, lo scorso 28 febbraio ha portato i libri in Tribunale e ha chiesto l’auto fallimento.
La situazione dei 120 lavoratori è diventata tragica. Dal mese di dicembre 2016 sono senza stipendio, ma, nonostante questo, garantiscono, 24 ore su 24, la manutenzione ordinaria e straordinaria dei macchinari e turni di guardia allo stabilimento, al fine di mantenere la fonderia appetibile nel mercato. Molti di questi dipendenti sono monoreddito e ben 30 sono di Camposampiero, 10 di Loreggia, 5 di Santa Giustina in Colle e 75 della provincia di Treviso e Venezia. I lavoratori sono riusciti anche a bloccare un’operazione di recupero di stampi e materiale che avrebbe reso la situazione ancora più grave, proprio nel giorno in cui si stavano preparando per andare a manifestare alle sedi veneziane della Rai e della direzione regionale dell’assessorato del Veneto.
Da tempo, le Istituzioni e i sindacati si stanno muovendo per salvare i posti di lavoro dei dipendenti con numerosi incontri. In particolare, in occasione dell’incontro con lavoratori, politici e sindaci del Camposampierese, Loris Scarpa, segretario della Fiom-Cgil, ha sottolineato come “la fonderia è ferma non per la crisi economica o per problemi di produzione”, perché “due compratori interessati ci sono, le commesse anche e i macchinari sono pronti a ripartire. Ma tutto è fermo e i salari non arrivano a causa di speculazioni di soggetti poco credibili e di lungaggini burocratiche”. “Perché non parte l’asta visto che le proposte di acquisto ci sono?”, si è chiesta Katia Maccarrone, sindaco di Camposampiero, che la scorsa settimana ha convocato i lavoratori in municipio.
Le due aziende interessate all’acquisto sono la fonderia padovana Zen e la fonderia bresciana Ariotti, le cui proposte sono al vaglio delle commissioni. Non si esclude anche un ricorso a Veneto Sviluppo, per promuovere un intervento a capitale pubblico al fine di aiutare chi è intenzionato a rilevare la fonderia, attivare gli ammortizzatori sociali, gli anticipi di salario e rilanciare l’asta di vendita.
La costruzione dell’Anselmi nel lontano 1953 fu un grande avvenimento per Camposampiero perché, grazie al suo continuo sviluppo, garantì occupazione e buon reddito a centinaia di famiglie della città e dei paesi limitrofi.
Più passano i giorni e più la situazione si aggrava; ora, più che mai, servono fatti e non parole per salvare questa azienda che ha segnato la storia di Camposampiero e del territorio circostante.